Come eliminare l’odore di cloro dall’acqua del rubinetto?

L’acqua del rubinetto è un bene prezioso, ma questa a volte può presentare uno sgradevole odore di cloro.

Bisogna premettere che il cloro è comunemente utilizzato per disinfettare l’acqua potabile, e che dunque spesso sono proprio le società che gestiscono l’acqua pubblica ad aggiungerlo ai fini sanitari e di sicurezza.

Ad ogni modo il suo odore può risultare fastidioso per tante persone, le quali tipicamente si chiedono come eliminare questo odore fastidioso e rendere l’acqua del rubinetto più gradevole al  all’olfatto.

Esistono per fortuna diverse soluzioni pratiche che consentono di eliminare l’odore di cloro dall’acqua del rubinetto, e di seguito evidenzieremo le più importanti.

Filtraggio dell’acqua

L’uso di appositi purificatori acqua è uno dei modi più efficaci per eliminare definitivamente l’odore di cloro.

Esistono infatti dei sistemi di filtraggio specifici per il cloro, come quelli al carbone attivo, che sono progettati specificatamente per catturare e assorbire il cloro presente nell’acqua, migliorandone così il gusto e l’odore.

Installare un sistema di filtraggio dell’acqua del rubinetto può far si da ridurre notevolmente la presenza di cloro sin dal primo momento, migliorandone notevolmente l’odore ed il gusto.

Usare una caraffa filtrante

Una tecnica semplice ma efficace è versare l’acqua del rubinetto in una caraffa filtrante e lasciarla riposare per qualche tempo.

Una caraffa di questo tipo è in grado di trattenere il cloro rendendo l’acqua più gradevole al gusto, per questo può essere una opzione da considerare.

È un metodo non invasivo e conveniente per migliorare il gusto e l’odore dell’acqua, sebbene un po’ scomodo in quanto la caraffa va riempita di volta in volta.

Sfruttare la decantazione

La decantazione è un altro metodo che può aiutare a eliminare l’odore di cloro dall’acqua. È sufficiente versare  dell’acqua in un contenitore e lasciala riposare per diverse ore.

Durante questo tempo, il cloro presente nell’acqua andrà pian piano ad evaporare, fino ad eliminarsi del tutto, migliorando così il suo sapore e odore.

Anche in questo caso c’è lo svantaggio della quantità limitata, in quanto sarà necessario far decantare continuamente dell’altra acqua prima di averne dell’altra a disposizione.

Utilizzo di sostanze neutralizzanti

Alcuni rimedi casalinghi prevedono l’aggiunta di sostanze neutralizzanti all’acqua per eliminare l’odore di cloro.

Ad esempio, l’aggiunta di una piccola quantità di vitamina C o succo di limone all’acqua del rubinetto può contribuire a neutralizzare il cloro. Questo metodo può essere utile se preferisci soluzioni naturali.

Ad ogni modo, la sua efficacia è relativa dunque lo consigliamo esclusivamente come soluzione “tampone” in attesa di una soluzione definitiva.

Bollitura dell’acqua

Sebbene non sia un metodo per eliminare completamente il cloro, bollire l’acqua del rubinetto può contribuire a ridurne la presenza.

L’ebollizione dell’acqua per alcuni minuti può far evaporare parte del cloro, migliorando leggermente l’odore e il sapore.

Considera comunque che assieme al cloro, con la bollitura andresti ad eliminare anche altri elementi naturalmente presenti nell’acqua, dunque valuta i pro ed i contro di questa soluzione.

In sintesi

Se l’odore di cloro persiste nonostante i tentativi casalinghi, potrebbe essere opportuno consultare un esperto del settore.

Un tecnico specializzato potrebbe fornire soluzioni personalizzate per migliorare la qualità dell’acqua del rubinetto, anche se di solito la soluzione più efficace e duratura è quella di installare un sistema di filtraggio.

In definitiva, sappiamo tutti che l’odore di cloro nell’acqua del rubinetto può essere fastidioso, ma come vedi esistono diverse soluzioni pratiche per ridurlo o eliminarlo completamente e che possono contribuire a migliorare il gusto e l’odore dell’acqua cui hai accesso dal rubinetto di casa.

Sperimenta diverse soluzioni per trovare quella più adatta alle tue esigenze e, se necessario, non esitare a cercare l’aiuto di un professionista del settore.

Quali tipi di impianti fotovoltaici esistono?

L’energia solare è una fonte di energia rinnovabile e pulita che anche in Italia stiamo sfruttando sempre più. Gli impianti fotovoltaici sono proprio la tecnologia che permette di convertire l’energia solare in energia elettrica.

Esistono principalmente tre tipi di impianti fotovoltaici, ciascuno con le proprie caratteristiche e vantaggi, e di seguito andremo a capire quali sono e come funzionano.

Impianti fotovoltaici connessi alla rete (grid-connected)

Gli impianti fotovoltaici connessi alla rete sono i più comuni. Sono collegati alla rete elettrica nazionale e forniscono energia elettrica sia all’abitazione che alla rete.

L’energia prodotta dall’impianto viene consumata in loco, e l’eventuale eccedenza viene immessa in rete. In questo modo, l’utente può compensare i consumi di energia elettrica e risparmiare sui costi della bolletta.

Impianti fotovoltaici stand-alone

Gli impianti fotovoltaici stand-alone sono progettati per funzionare in assenza di rete elettrica, dunque in questo caso c’è il distacco dal servizio nazionale. Sono utilizzati in luoghi isolati, come case in campagna o in montagna, in luoghi in cui la rete elettrica è inaffidabile o laddove si voglia comunque passare interamente al fotovoltaico..

Questi impianti sono ovviamente dotati di un sistema di accumulo dell’energia (delle potenti batterie), che permette di immagazzinare l’energia prodotta durante il giorno e utilizzarla di notte o nei giorni di scarsa luce.

Impianti fotovoltaici con accumulo

Gli impianti fotovoltaici con accumulo sono una combinazione di impianti fotovoltaici stand-alone e impianti fotovoltaici connessi alla rete. Sono dotati di un sistema di accumulo dell’energia, che permette di immagazzinare l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e utilizzarla in loco o immettere in rete l’eccedenza.

Questi impianti sono una soluzione ideale per gli utenti che vogliono ridurre la propria dipendenza dalla rete elettrica, aumentare la propria autonomia energetica e al tempo stesso ricavare degli utili.

Quanto si può risparmiare con un impianto fotovoltaico?

Il risparmio energetico annuo che si può ottenere con un impianto fotovoltaico dipende da diversi fattori, tra cui:

  • La dimensione dell’impianto: un impianto più grande produrrà più energia e consentirà un risparmio maggiore.
  • Il consumo energetico dell’abitazione: un’abitazione con un consumo energetico elevato otterrà un risparmio maggiore.
  • La posizione dell’impianto: un impianto installato in una zona con molta insolazione produrrà più energia.

In generale, una famiglia di 4 persone con un consumo energetico medio può risparmiare circa il 50% dei costi della bolletta elettrica con un impianto fotovoltaico di circa 3 kW.

Ad esempio, una famiglia di 4 persone con un consumo energetico medio di 3.000 kWh all’anno può risparmiare circa 1.500 euro all’anno con un impianto da 3 kW.

Il risparmio energetico può essere ancora maggiore se si installa un impianto fotovoltaico con accumulo.

Materiali utilizzati negli impianti fotovoltaici

Le celle fotovoltaiche sono realizzate principalmente in silicio, un materiale semiconduttore. Il silicio è il materiale più utilizzato per la produzione di tali celle perché è relativamente economico, abbondante e ha un’elevata efficienza energetica.

Esistono tre tipi principali di celle fotovoltaiche in silicio:

  • Monocristalline: le celle monocristalline sono costituite da un unico cristallo di silicio. Hanno un’efficienza energetica maggiore rispetto alle altre due tipologie e sono più costose.
  • Policristalline: le celle policristalline sono costituite da diversi cristalli di silicio. Hanno un’efficienza energetica inferiore rispetto alle celle monocristalline e di conseguenza costano meno.
  • Amorfe: le celle amorfiche sono costituite da una pellicola sottile di silicio. Hanno un’efficienza energetica inferiore rispetto alle altre due tipologie, ma lavorano bene anche in luoghi con poca luce solare.

Oltre al silicio, gli impianti fotovoltaici possono essere realizzati anche con altri materiali, come il tellurio di cadmio, il rame indio gallio selenio (CIGS) e il silicio organico.

Durata di un impianto fotovoltaico

L’installazione di un impianto fotovoltaico richiede in genere 1-2 giorni. I tempi possono variare a seconda della dimensione dell’impianto e della complessità dell’installazione.

Un impianto fotovoltaico ha una durata media di 25-30 anni. Tuttavia, con una adeguata manutenzione e la pulizia regolare, può durare anche di più.

Conclusione

I tipi di impianti fotovoltaici esistenti sono dunque tre, ed ogni tipo di impianto ha le proprie caratteristiche. La scelta del tipo di impianto più adatto dipende dalle esigenze specifiche dell’utente e dalle condizioni del luogo.

Certamente i vantaggi in termini di riduzione dei costi per l’approvvigionamento energetico rappresentano un motivo più che valido per passare al fotovoltaico, così come la riduzione delle emissioni di gas serra.

Se stai pensando di installare un impianto fotovoltaico a Torino, è importante rivolgersi a un installatore qualificato che possa consigliarti il tipo di impianto più adatto alle tue esigenze tenendo conto dell’esposizione solare nell’area in cui vivi.

Il bello di avere una vasca idromassaggio in giardino

Se ami il benessere e relax, sapra già quanto possa essere piacevole immergersi in una vasca idromassaggio e godersi l’acqua calda e i getti che, massaggiando il corpo, alleviano lo stress e i dolori muscolari.

Ma hai mai pensato a quanto sarebbe bello poter fare tutto questo direttamente nel tuo giardino anziché in una SPA?

Sono sempre più infatti, le persone che hanno deciso di far installare in giardino o terrazzo una bellissima piscina Jacuzzi da esterno, e creare così una piccola oasi di benessere in casa sempre pronta per essere adoperata e da non dover condividere con nessuno.

Approfondiamo per questo di seguito ogni aspetto legato ai benefici di tale scelta, ovvero le ragioni (anche quelle secondarie) per le quali far installare una Jacuzzi da esterno in giardino sia una grande idea.

Benefici per il benessere e il relax

Cominciamo con i benefici fisici e mentali che derivano dall’utilizzo di una vasca idromassaggio.

L’acqua calda ha un effetto analgesico, ovvero riduce la sensazione di dolore acuto, aiuta a dilatare i vasi sanguigni e aumenta il flusso di sangue e ossigeno ai muscoli, migliorando così il recupero muscolare e riducendo il rischio di lesioni.

I getti d’acqua possono invece favorire la riduzione dello stress, il sollievo muscolare, il miglioramento della circolazione e il recupero dopo l’attività fisica.

A parte questo, l’azione costante dell’idromassaggio aiuta anche a migliorare l’umore e promuovere dunque il recupero psico-fisico delle nostre energie.

Tra l’altro l’utilizzo regolare di una vasca idromassaggio può anche contribuire a migliorare la qualità del sonno, aspetto da non sottovalutare.

Piccole feste in vasca idromassaggio

I benefici di una vasca idromassaggio in giardino non non solo una questione di benessere personale.

Questo ottimo elemento può anche diventare il fulcro principale per le feste con gli amici e la famiglia, una attrazione vera e propria.

Immagina di organizzare una cena in giardino, e poi di invitare i tuoi ospiti ad accedere alla vasca idromassaggio per un po’ di relax e divertimento.

Un bagno in una vasca idromassaggio creerà un’atmosfera di divertimento e relax che potrà essere molto piacevole per tutti gli invitati.

Inoltre, se hai ospiti con bambini, una vasca idromassaggio può diventare un’attrazione in più anche per loro, che potranno divertirsi tra le bolle.

Lusso e appariscenza

Un aspetto al quale non hai probabilmente ancora pensato è che una vasca idromassaggio da giardino può diventare un vero e proprio elemento di design per la tua abitazione.

Ci sono diversi modelli disponibili sul mercato, da quelli più semplici a quelli più lussuosi, che possono essere personalizzati per soddisfare i tuoi desideri e le tue esigenze.

In linea di massima, arricchire un giardino con una jacuzzi significa renderlo un luogo ancora più bello da vedere, trattandosi di un elemento in grado di infondere una sensazione di lusso e comfort in chi lo osserva.

Per questo motivo, la tua vasca idromassaggio diventerà un punto focale del tuo giardino o spazio esterno, concorrendo a creare un ambiente elegante e rilassante per tutta la famiglia nonché per gli ospiti.

Conclusioni

Dunque, avere una vasca idromassaggio nel proprio giardino o spazio esterno può portare numerosi vantaggi per il benessere fisico e mentale di chi ne usufruisce, oltre a diventare un elemento in grado di generare attrazione in chi lo osserva e migliorare l’aspetto del tuo giardino più in generale.

Ci sono tanti modelli disponibili sul mercato, ciascuno diverso dall’altro per caratteristiche, posti a sedere, dimensioni e design, ma tutti idonei a soddisfare i desideri e le esigenze di tutti.

Per questo, l’idea di far installare una vasca idromassaggio mel tuo giardino o spazio esterno è davvero fantastica e fai bene a cominciare da subito a godere dei benefici che essa è in grado di regalarti!

Location per feste di compleanno per bambini: idee e suggerimenti

Se stai cercando idee per organizzare la festa di compleanno di tuo figlio, una buona location è ciò che può fare la differenza.

Una location adatta non soltanto renderà la festa più divertente, ma anche più facile da organizzare e gestire.

Vediamo tutto in dettaglio di seguito, inclusi i consigli sul come scegliere la giusta location per feste di compleanno tra le tante possibilità a disposizione.

Fattori da considerare nella scelta della location per una festa di compleanno

Prima di decidere dove tenere la festa di compleanno, ci sono alcuni fattori importanti da considerare, ecco quali.

Età del bambino

L’età del bambino è un fattore determinante nella scelta della location. Per i bambini più piccoli, ad esempio, un parco giochi potrebbe essere ideale rispetto ad altre soluzioni.

Numero di invitati

Il numero di invitati è un altro fattore importante da considerare. Se stai organizzando una festa per un grande gruppo di bambini, avrai bisogno di uno spazio più grande in cui tutti i piccoli possano muoversi liberamente.

Interessi del bambino

Sicuramente, è importante considerare gli interessi del bambino. Se tuo figlio adora i dinosauri, ad esempio, una festa a tema “Jurassic Park” potrebbe essere la scelta perfetta.

Esistono in proposito tanti arredi e addobbi a tema che puoi adoperare per rendere l’atmosfera più realistica e coinvolgente.

La scelta della location

Dopo aver considerato i fattori di cui sopra, ecco di seguito alcune possibilità di scelta per la location più adatta per una festa di compleanno per bambini.

Parchi pubblici

I parchi pubblici sono una scelta che recentemente si è diffusa per le feste di compleanno. Sono spazi aperti e gratuiti dove i bambini possono giocare e divertirsi.

Molti parchi hanno anche aree attrezzate con giochi e strutture per arrampicarsi. Tuttavia, tieni presente che i parchi pubblici potrebbero non essere la scelta migliore se stai organizzando una festa durante i mesi invernali o in caso di maltempo.

Sale giochi per bambini

Le sale giochi per bambini sono una scelta oggi preferita da tantissime persone che si apprestano ad organizzare un compleanno.

Solitamente queste location offrono giochi come gonfiabili, labirinti, trampolini e altre attività divertenti per i bambini.

Molti di questi spazi includono anche un’area per il ristoro e servizi aggiuntivi tra i quali il catering. Qui non manca veramente nulla per divertirsi, avendo ogni comodità a disposizione.

Luoghi a tema

Se vuoi organizzare una festa più particolare per tuo figlio, ci sono molte possibilità di scelta tra le  location a tema.

Parliamo ad esempio di luoghi come i parchi divertimenti, strutture enormi e piene di attrazioni che presentano al loro interno anche degli spazi dedicati alle feste dei privati.

Questi luoghi offrono di solito anche servizi di animazione per i bambini, catering e decorazioni a tema per la festa.

Suggerimenti per organizzare una festa di compleanno per bambini di successo

Oltre alla scelta della location, ci sono anche altri fattori importanti da considerare nell’organizzazione di una festa di compleanno per bambini di successo:

Inviti

Assicurati di mandare gli inviti con il giusto anticipo in modo che i genitori dei bambini invitati possano pianificare di conseguenza. Includi tutte le informazioni importanti come la data, l’ora, il luogo ed il tema della festa.

Cibo e bevande

Assicurati di fornire cibo e bevande adatti all’età dei bambini e alle loro abitudini alimentari. Opta per cibi facili da mangiare e da servire come pizza, patatine fritte, frutta e bevande analcoliche.

Intrattenimento

Assicurati di offrire il giusto intrattenimento per tenere i bambini impegnati durante la festa.

Esistono per questo apposite agenzie che effettuano a domicilio il servizio di animazione che  include giochi, attività artistiche e artigianali, musica e balli.

Conclusione

Individuare la location giusta per la festa di compleanno di tuo figlio può fare la differenza tra una festa noiosa ed una indimenticabile.

Tenendo a mente questi suggerimenti, sarai in grado di organizzare una festa di successo in una location che renderà la giornata indimenticabile per il tuo piccolo.

Ricorda sempre di considerare le esigenze dei bambini e di assicurarti che la festa sia sicura e divertente per tutti. Buona festa di compleanno!

Come gestire la sicurezza della seconda casa quando non ci abita nessuno

In generale, per “seconda casa” si intende una proprietà immobiliare che viene utilizzata come una residenza secondaria o come una casa vacanza. Non è la stessa cosa della casa principale in cui si vive tutto l’anno e dove si ha la residenza anagrafica.

La seconda casa può essere dunque utilizzata per trascorrere brevi periodi di tempo, ad esempio durante le vacanze o nel fine settimana, o può essere affittata a terzi durante l’anno. In alcuni casi, la seconda casa può essere anche una proprietà di investimento, acquistata con l’intento di generare reddito attraverso l’affitto breve.

Dando dunque per scontato che nella seconda casa non si vive tutto l’anno, è fondamentale gestire la sua sicurezza soprattutto nei mesi invernali quando non c’è nessuno nemmeno nei paraggi. Infatti, una casa vuota è spesso un bersaglio facile per i ladri e gli intrusi, meglio ancora se anche le abitazioni confinanti non sono abitate.

Pertanto, è importante prendere alcune precauzioni per proteggere la propria casa e sapere di poter dormire sonni tranquilli.

Vediamo allora di seguito quali potrebbero essere alcuni accorgimenti adeguati per mantenere alto il livello di sicurezza.

Sistemi di allarme e videosorveglianza

Uno dei modi più efficaci per proteggere la seconda casa è installare un sistema di allarme e videosorveglianza.

Un sistema di allarme può essere attivato o disattivato anche a distanza (tramite un’apposita App) a seconda delle proprio esigenze, e invierà una notifica in caso di effrazione o di altri problemi. La videosorveglianza, d’altra parte, permette di monitorare la casa in tempo reale e di avere una registrazione delle attività sospette, un ottimo deterrente per qualsiasi malintenzionato.

Serrature e chiavi

È importante anche fare attenzione alle serrature e alle chiavi della seconda casa. Bisogna per questo assicurarsi che le serrature siano di tipo moderno e antieffrazione, oltre ad essere in buone condizioni. Chiaramente le che chiavi vanno custodite in modo sicuro e non devono per nessun motivo essere lasciate sotto il tappeto, sopra lo stipite della porta o comunque nei pressi.

Inoltre, in caso di perdita delle chiavi, è consigliabile sostituire il prima possibile il cilindro per evitare che qualcun altro possa entrare in casa.

Inferriate apribili per la porta principale

Le inferriate apribili per la porta principale sono un altro modo efficace per proteggere la seconda casa. Queste inferriate sono realizzate in acciaio e sono progettate per resistere alle effrazioni. Inoltre, possono essere aperte e chiuse facilmente dall’interno, rendendole comode da utilizzare.

In inverno possono dunque essere lasciate chiuse, mentre in Estate, quando soggiorniamo all’interno dell’abitazione, è possibile lasciare la porta di casa aperta la notte per lasciar entrare la frescura, avendo cura di chiudere le inferriate.

Grate di sicurezza per le finestre

Le grate di sicurezza per le finestre sono un’altra opzione da considerare per proteggere la seconda casa. Anche queste sono realizzate in acciaio e sono progettate per resistere ai tentativi di effrazione. Sono facili da installare e consentono di lasciare aperta la finestra senza temere che qualcuno posso tentare di accedere dall’esterno.

Informare un vicino di fiducia o un amico

Certamente, è importante informare un vicino di fiducia o un amico delle proprie assenze dalla seconda casa.

Soprattutto se abbiamo dei vicini che abitano in zona tutto l’anno, chiedere loro una mano può aiutare a prevenire problemi di furti, dato che i nostri vicini potranno dare un’occhiata alla casa di tanto in tanto e segnalare eventuali problemi o attività sospette.

Controllare regolarmente la casa

Infine, è importante controllare regolarmente la seconda casa anche quando non ci troviamo lì, anche sfruttando la tecnologia di settore.

Un’idea può essere quella di sfruttare la videosorveglianza, o in alternativa chiedere ad un vicino di passare di tanto in tanto per fare un controllo visivo. In questo modo, sarà possibile ridurre notevolmente le probabilità che un malintenzionato scelga proprio la nostra abitazione per commettere un furto.

Quali sono le cose che fanno la differenza in un salone da parrucchiere?

Tutti noi siamo abituati a recarci periodicamente dal parrucchiere o barbiere per ricevere il taglio dei capelli o un acconciatura in base alle nostre preferenze

Ci sono sicuramente determinate cose alle quali facciamo caso, così come ce ne sono tante altre delle quali non ci accorgiamo, e che possono fare in modo da offrirci una percezione più o meno buona di quel determinato salone. Proprio questi aspetti sono quelli sui quali un imprenditore deve fare maggiore attenzione, in quanto proprio da loro dipende buona parte del successo di una attività.

Infatti, più un ambiente appare curato e ben definito, maggiori sono le possibilità che un cliente torni in futuro a varcare la soglia della porta.

Vediamo allora di capire quali sono questi elementi e cosa possiamo fare in concreto per lavorarci su e migliorare il nostro nuovo salone o quello che abbiamo già avviato.

Illuminazione

L’illuminazione è un aspetto fondamentale per qualsiasi tipo di attività, in particolar modo per quelle del settore salute e benessere.

I locali devono dunque essere sempre ben illuminati sia dall’alto verso il basso, e dunque parliamo di luce a soffitto, che per quanto riguarda l’illuminazione attorno alla zona degli specchi.

Una buona illuminazione è infatti in grado di rilassare gli utenti e soprattutto fare in modo che possano apprezzare tutte le sfumature di un’acconciatura grazie ai raggi diffusi della luce che raggiungono ogni lato della visuale.

Oggi esistono per questo sistemi moderni di illuminazione a led che garantiscono una ottima resa e un importante risparmio energetico.

Gli arredi

Arredare adeguatamente il tuo salone da parrucchiere o barbiere è fondamentale, perché proprio dai mobili dipende buona parte della percezione che il cliente avrà della tua attività. Scegli per questo mobili che siano eleganti e moderni, ma che al tempo stesso ti consentano di lavorare bene. Opta dunque per quei modelli che ti consentano di conservare tutta l’attrezzatura da lavoro ed eventuali panni in maniera celata agli occhi degli utenti, ma sempre a portata di mano.

Vi sono alcuni arredi di design che sono veramente belli da vedere in proposito, e grazie al giusto gioco di luci riescono anche ad apportare il perfetto contributo di stile che desideriamo.

Dunque la scelta dei mobili non è secondaria, ma al contrario bisogna scegliere bene perché questo può essere il classico valore aggiunto alla tua attività.

Le attrezzature da lavoro

I clienti fanno grande attenzione a tutte quelle che sono le tue attrezzature da lavoro. Parliamo dunque non soltanto dei lavatesta e delle poltrone da parrucchiere, ma anche di spazzole, piastre, phon e tutto quello che è l’armamentario di un parrucchiere.

Scegli allora delle forniture per parrucchieri che siano in linea con lo stile ed il tono che hai deciso di conferire alla tua attività.

D’altronde, ai clienti fa piacere sapere di essere serviti per mezzo di attrezzature idonee e moderne, in grado di assicurare risultati migliori e che abbiano anche un aspetto estetico gradevole.

Cortesia e professionalità

Quest’ultimo aspetto è, a differenza degli altri, qualcosa che non si può comprare. I clienti desiderano infatti essere sempre accolti con educazione, cortesia e con un atteggiamento positivo.

Fai per questo in modo da essere sempre proattivo ed istruisci in merito il tuo personale, così che possa offrire sempre il lato migliore di sé contribuendo a rendere l’esperienza del cliente in negozio ancora più piacevole e rilassante.

Conclusione

Segui queste indicazioni per avere la certezza che il tuo salone da parrucchiere possa effettivamente distinguersi dalla concorrenza e diventare un punto di riferimento per i clienti.

Non avere paura di osare e segui la tua strada, dando vita al tuo personalissimo stile e modo di lavorare.

Motocompressori: quali vantaggi nell’utilizzarli?

Le esigenze di cantiere comportano spesso la necessità di usufruire di determinate apparecchiature che consentono di risolvere necessità specifiche dovute alla natura del luogo in cui si opera o alle particolari caratteristiche della costruzione oggetto del cantiere.

Disporre dell’attrezzatura corretta consente infatti di lavorare meglio e più rapidamente, ottimizzando le risorse a disposizione e riuscendo a rispettare la tabella di marcia prevista consegnando dunque in tempo i lavori.

Il classico esempio di strumento indispensabile in determinate occasioni, in grado di far risparmiare tempo e aumentare la qualità del lavoro svolto, è il motocompressore. Si tratta di un dispositivo che diventa prezioso quando ad esempio si va ad operare in una zona in cui non è ancora presente l’energia elettrica o per qualche motivo non è possibile farne utilizzo.

In questo caso il motocompressore diventa prezioso perché vi si può tranquillamente collegare altre attrezzature indispensabili per il lavoro di cantiere come ad esempio una sabbiatrice, un martello pneumatico o un martello perforatore, giusto per citare alcuni esempi, sebbene l’attrezzatura può funzionare in assenza di energia elettrica grazie ad un motocompressore sia veramente vasta.

Come funzionano i motocompressori?

I motocompressori hanno la capacità di tramutare l’energia meccanica che il motore produce in energia di pressione. In particolar modo all’interno di questa attrezzatura l’aria viene ridotta di volume (quindi viene appunto compressa) mediante il compressore stesso o una apposita pompa.

L’aria viene a questo punto stivata all’interno del serbatoio, il quale è capace di resistere all’alta pressione, ma può anche essere adoperata in presa diretta.

Come possono essere sfruttati in cantiere?

La loro capacità di rilasciare energia (sotto forma di aria compressa) anche in assenza di energia elettrica li rende particolarmente utili in cantieri edili di ogni tipo: da quelli relativi all’edilizia civile ai cantieri stradali, nonché tutte le attività di restauro e artigianato che possono necessitare di una soluzione di questo tipo.

Certamente l’ambito per il quale i motocompressori offrono il massimo è quello cantieristico, grazie alla loro capacità di supportare trivelle, sonde, attrezzature di scavo in genere e ogni altro tipo di dispositivo che consente di portare efficacemente a termine le attività di cantiere.

Quali lavoro si possono eseguire con un motocompressore?

Le modalità di applicazione di un motocompressore sono particolarmente vaste, ed è possibile dunque pensare che sia possibile sfruttare questo strumento in una moltitudine di utilizzi differenti in base alle esigenze di cantiere o alle necessità del momento.

È possibile sfruttare un motocompressore ad esempio per lavori di perforazione, sabbiatura, giusto per citare alcuni esempi. Chiaramente grazie a compressori industriali è sempre possibile andare a lavorare con utensili pneumatici di ogni tipo, da adoperare in ogni tipo di occasione.

I modelli più moderni consentono inoltre di ottenere un ottimo risparmio sui consumi di carburante, il che consente anche di mantenere bassi i costi di gestione che poi inevitabilmente finiscono con l’incidere sui costi complessivi delle operazioni di cantiere.

Motocompressori portatili: quando diventano indispensabili?

I motocompressori portatili diventano imprescindibili, oltre che estremamente comodi, in tutti quei lavori di piccola entità o comunque non impegnativi. È infatti possibile spostarli facilmente e collocarli esattamente dove servono, dunque possono facilmente raggiungere l’area in cui si trova il punto esatto in cui il lavoro deve essere svolto.

Da notare il grande vantaggio, grazie ai moto compressori, di non aver più bisogno di lunghi tubi per terra dediti al trasporto dell’aria, come avveniva quando i motocompressori non erano ancora arrivati sul mercato, il che in alcuni casi poteva anche rappresentare un problema per la sicurezza degli operai i quali potevano distrattamente inciampare e rischiare di cadere.

I sistemi antieffrazione più sicuri

Certamente, la paura che i ladri possano entrare in casa e sottrarre beni preziosi e gli oggetti cui siamo affezionati è una delle paure ricorrenti che abbiamo tutti noi. Questa paura si acuisce nel momento in cui andiamo in vacanza e dunque non siamo fisicamente presenti in casa per qualche giorno o qualche settimana. Non di rado inoltre, i quotidiani riportano notizie di effrazioni avvenute anche ai piani alti, i cosiddetti ladri acrobati che riescono ad arrampicarsi sulla facciata esterna dell’edificio e accedere dalle finestre.

Le inferriate di sicurezza

Dunque oggi nessuno può dirsi veramente al sicuro dai ladri, soprattutto se al momento non si è ancora adottato un sistema di sicurezza che consenta di rendere molto più complicato l’accesso in casa, sia per quel che riguarda le finestre che la porta di ingresso.

A tal proposito le inferriate di sicurezza rappresentano una barriera assolutamente solida e difficile da superare, la quale costituisce un ottimo deterrente in quanto qualsiasi malintenzionato è automaticamente indotto a rivolgere le sue attenzioni ad un altro appartamento non fornito di tale soluzione, che certamente richiederà meno tempo dal punto di vista dei tentativi di apertura.

Una soluzione che garantisce serenità

Ecco il motivo per il quale oggi sempre più persone vedono con interesse la possibilità di fare installare delle inferriate di sicurezza che siano in grado di garantire protezione totale al proprio appartamento, ma soprattutto fornire maggiore serenità a tutti i componenti della famiglia i quali sanno così di vivere in un luogo inaccessibile per i malintenzionati, in cui anche gli oggetti più preziosi ed i beni che hanno un grande valore affettivo sono al sicuro.

Ricordiamo infatti che ad oggi, le inferriate di sicurezza rappresentano il sistema di protezione più sicuro ed inattaccabile, dunque quello in grado di garantire maggiore serenità e la certezza che i propri beni e le persone care possano ritenersi veramente al sicuro da qualsiasi tipo di malintenzionato e da qualsiasi tentativo di effrazione.

Formazione permanente, perchè è una priorità anche per le PMI? 

Formazione permanente, perchè è una priorità anche per le PMI? 

L’85% delle aziende considera la formazione aziendale molto importante o addirittura fondamentale. Questo dato evidenzia come l’apprendimento continuo sia considerato una leva strategica per lo sviluppo e la trasformazione delle imprese. Lo afferma un’indagine condotta da Gility, una società EdTech nata come joint venture tra CDP Venture Capital Sgr e BPER Banca, con l’obiettivo di sostenere la competitività delle aziende italiane e favorire la crescita delle competenze abbattendo le barriere all’accesso per una formazione continua e mirata, anche tra le PMI.

Una survey a tappeto

L’analisi di Gility si basa su una survey distribuita a un campione di 200 aziende italiane, affiancata da un’indagine qualitativa con interviste semi-strutturate a 64 professionisti delle Risorse Umane, del Learning & Development e del management aziendale. La ricerca offre una panoramica che coinvolge diverse realtà aziendali e settori industriali, con una significativa presenza di PMI e microimprese (53% del campione, considerando il numero di dipendenti).

Competenze informatiche e soft skills le aree a maggior sviluppo

Dall’indagine emerge che le aree in cui le aziende investono maggiormente in formazione, escludendo quella obbligatoria, riguardano le competenze specifiche per mansione/settore (32%), le competenze digitali e informatiche (27%), le soft skill (20%), le lingue (5%), la sostenibilità ambientale (4%) e altre tematiche (12%). Tuttavia, risulta interessante notare che le tematiche più richieste dai dipendenti non corrispondono sempre alla formazione offerta: il 15% vorrebbe ricevere più formazione sulla sostenibilità e il 50% sulle lingue.

Formazione a distanza o in presenza?

Anche se il Digital Learning, sia sincrono che asincrono, sta guadagnando importanza, il 66% delle aziende torna alla formazione in presenza. Un segnale che l’implementazione pratica di strumenti tecnologici avanzati è ancora agli inizi. Tra i benefici più apprezzati dai dipendenti in merito alla formazione digitale spiccano la flessibilità nell’erogazione (86%), il risparmio di tempo e costi (80%) e la semplicità di accesso (60%).

Le nuove generazioni chiedono flessibilità

Le nuove generazioni mostrano una netta preferenza verso un approccio flessibile alla formazione continua, prediligendo modalità autonome e micro-pillole formative. Tuttavia, manifestano anche il bisogno di applicare concretamente quanto appreso, desiderando metodologie interattive come il role play, la formazione in presenza e il coaching. Le principali aree di formazione su cui si punterà nel 2024 riguardano la comunicazione e la collaborazione, l’intelligenza artificiale e le competenze digitali.

Mutui: primi cali attesi da maggio?

Mutui: primi cali attesi da maggio?

La discesa dei tassi sarà più lenta rispetto a quanto si aspettavano i mercati a inizio anno.
“Chi ha un mutuo a tasso variabile dovrà stringere i denti ancora per un po’- sottolineano gli esperti di Facile.it – o valutare opzioni come la surroga per abbassare le rate”.
Facile.it ha analizzato i futures sugli Euribor, che rappresentano le aspettative di mercato, e ha scoperto che le rate potrebbero iniziare a diminuire tra maggio e giugno. Un calo comunque modesto, compreso tra 14 e 22 euro circa per un mutuo variabile medio.
Facile.it ha preso in esame un mutuo medio variabile (126.000 euro in 25 anni, LTV 70%) sottoscritto a gennaio 2022, la cui rata a febbraio 2024 si è attestata a circa 751 euro rispetto ai 456 euro iniziali.

Previsioni e richieste dei mutuatari

Riguardo ai futures (aggiornati al 28 febbraio 2024) emerge che l’Euribor a 3 mesi dovrebbe scendere a circa il 3% entro la fine dell’anno, arrivando al 2,65% entro giugno 2025.

In questo caso, la rata scenderebbe di 67 euro entro dicembre 2024, per un calo di 100 euro a giugno 2025.
Quanto alla richiesta di mutui destinati all’acquisto della prima casa, chi ha presentato domanda di finanziamento nei primi due mesi del 2024 ha puntato a ottenere, in media, 136.523 euro da restituire in 25 anni.
Stabili l’LTV (il rapporto tra valore del mutuo e dell’immobile) pari al 71%, e il valore medio dell’immobile oggetto di mutuo (circa 187.000 euro).

Tassi e offerte

L’unico dato peggiorato è l’età media di chi presenta domanda di finanziamento, aumentata di quasi un anno e arrivata a poco più di 37 anni e mezzo.
L’aumento è ascrivibile al calo del peso percentuale degli under36 sul totale dei richiedenti, dal 53% del 2023 al 49% del 2024.
Sul fronte dell’offerta, nei primi due mesi dell’anno le condizioni proposte dalle banche sono state nel complesso favorevoli, in particolare per i tassi fissi, con indici in costante calo.

Le migliori offerte per un mutuo standard da 126.000 euro in 25 anni (LTV 70%), partono da un TAN fisso pari al 2,87% e una rata di 589 euro. A gennaio 2024 la rata migliore era pari a 604 euro.

I richiedenti si orientano sul “fisso”

Stabili, invece, i tassi variabili, che restano sensibilmente più costosi, con i migliori TAN che partono dal 4,66%, pari a una rata di 705 euro.
La distanza tra tassi variabili e fissi ha spinto la quasi totalità dei richiedenti, più di 9 su 10, a scegliere questa seconda opzione.

Il calo dei tassi fissi continua a essere un’opportunità per coloro che vogliono provare ad approfittare della surroga, che nei primi due mesi del 2024 ha rappresentato un quarto della domanda totale di mutui (25%). Dato in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando era pari al 17%.

Qual è impatto dell’inflazione sui redditi degli italiani?

Qual è impatto dell’inflazione sui redditi degli italiani?

Non è certo una sorpresa il fatto che l’inflazione abbia portato pesanti ripercussioni sui budget famigliari degli italiani. Ma a quanto ammonta il prezzo che i nostri connazionali hanno dovuto pagare? A questa domanda risponde la ricerca delle Acli intitolata “Povere famiglie. L’impatto dell’inflazione sui redditi degli italiani”. Lo studio, condotto dall’Osservatorio nazionale dei redditi e delle famiglie in collaborazione con il Caf Acli e l’Iref, rivela che le famiglie stanno perdendo in media 240 euro al mese.

L’Osservatorio, nato nel giugno del 2022, ha l’obiettivo di raccogliere dati periodici sulle famiglie per comprendere i loro bisogni e presentare proposte concrete al governo riguardo alle politiche familiari, economiche e sociali. L’ultima indagine, la terza, si basa su un panel di oltre 600.000 dichiarazioni dei redditi, anonime, seguite dal Caf Acli negli ultimi quattro anni.

Persi complessivamente 1,9 miliardi di euro di potere d’acquisto

Nel 2022, il 79% delle famiglie inserite nel panel ha perso potere d’acquisto a causa dell’inflazione. SI tratta di una perdita equivalente a 1,9 miliardi di euro in termini di reddito equivalente familiare. La perdita media di reddito familiare mensile è stata di 240 euro nel periodo 2019-2022. La ricerca sottolinea le disparità nel calo di disponibilità a seconda della tipologia familiare. Le famiglie bireddito senza carichi hanno subito una perdita media di 317 euro al mese, mentre le famiglie monoreddito con carichi e i vedovi con carichi hanno perso 150 euro al mese.

Persi da quattro a otto carrelli della spesa a famiglia

La perdita di potere d’acquisto viene espressa anche in termini di carrelli di spesa persi per beni primari alimentari. Ad esempio, le famiglie bireddito senza carichi hanno perso circa 8 carrelli annuali, pari a 700 euro. I separati/divorziati senza carichi ne hanno persi sei, così come i single e i componenti delle unioni di fatto. Le famiglie monoreddito e i vedovi hanno subito una perdita di quattro carrelli della spesa. L’inflazione ha anche contribuito ad aumentare il numero di famiglie entrate in povertà relativa. Tra il 2020 e il 2023, la percentuale di famiglie in questa condizione è passata dal 7,6% al 9,8%.

Le donne e gli anziani i più colpiti

L’analisi per genere evidenzia che le donne sono le più colpite, rappresentando il 58,1% delle famiglie sotto la soglia di povertà relativa. Nei quattro anni di dichiarazioni dei redditi prese in esame, le famiglie con dichiaranti donne hanno perso in media 2.767 euro, mentre gli uomini hanno subito una perdita di 2.518 euro. Allo stesso modo, “soffrono” anche le famiglie di anziani soli, costituendo l’11% del panel in povertà relativa. La perdita di reddito per questo gruppo è stata di circa 2.800 euro su un reddito familiare medio equivalente di 20.000 euro.

Le ripercussioni sui mutui

Infine, l’inflazione ha influito pesantemente anche sugli interessi sui mutui, con un aumento medio di circa 340 euro all’anno. Il 98% degli italiani che ha stipulato mutui dal 2020 in poi ha subito un aumento medio degli interessi di oltre 1.060 euro tra il 2020 e il 2022.

Smart home, agli italiani piace: in un anno crescita del 5% 

Smart home, agli italiani piace: in un anno crescita del 5% 

Il mercato della Smart home continua a godere di ottima salute, almeno in Italia. Nel 2023 il fatturato del settore ha infatti raggiunto gli 810 milioni di euro, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. Questo dato evidenzia un tasso di crescita superiore alla media europea. Nonostante questo primato, però, l’Italia rimane in ritardo rispetto agli altri paesi dell’Ue in termini di spesa pro capite, con soli 13,7 euro a persona contro i 28,8 euro europei.

La mancanza di incentivi governativi pesa sul business

Il fatto che la crescita si sia un po’ fermata va attribuito anche al mancato rinnovo dei bonus governativi, attivi invece negli anni precedenti. In particolare, i dispositivi smart legati al risparmio energetico, come caldaie, pompe di calore, valvole termostatiche e termostati, hanno subito una diminuzione nelle vendite.

Le innovazioni in corso

Il 2023 ha comunque portato significative novità nell’offerta di soluzioni smart per la casa. Un numero crescente di aziende propone servizi innovativi, integrando dati dai dispositivi e utilizzando algoritmi di Intelligenza Artificiale (IA). L’hardware diventa uno strumento per ampliare la base clienti, con un’attenzione crescente alle soluzioni IoT basate sulla IA generativa. I risultati provengono dalla ricerca condotta dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.

Tendenze del mercato: sale la domanda per la sicurezza, cala per gli smart speaker

A guidare il mercato sono le soluzioni per la sicurezza, come videocamere e serrature connesse: complessivamente, totalizzano 195 milioni di euro (24%) e segnano una crescita del 30%. Seguono gli elettrodomestici smart con 151 milioni di euro (19%) e una crescita dell’8%. I sistemi di riscaldamento e climatizzazione smart si posizionano al terzo posto con 148 milioni di euro (18%). Gli smart speaker, al quarto posto, registrano 130 milioni di euro (16%) con una leggera diminuzione del trend di crescita.

Canali di vendita e comportamenti dei consumatori

Tra i canali di vendita, l’eRetailer è l’unico in forte crescita con 310 milioni di euro (38% del mercato, +20%). La filiera tradizionale mostra un andamento più moderato, mentre i retailer multicanale subiscono una riduzione del 10%. I consumatori, il 59% dei quali possiede almeno un oggetto smart, sono soddisfatti degli acquisti, ma solo il 38% ha effettivamente connesso i dispositivi.

Le tecnologie emergenti

Le tecnologie emergenti vedono il rafforzamento degli ecosistemi, con Matter in prima fila. Spiega Antonio Capone, responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things: “Grazie all’ultima versione, l’ecosistema incorpora un’ampia gamma di prodotti, che vanno dagli altoparlanti e termostati intelligenti alle serrature smart, fino ai grandi e piccoli elettrodomestici. Mentre procede l’evoluzione dello standard, però, le applicazioni e le prime esperienze di integrazione da parte delle aziende non sono state prive di difficoltà e c’è ancora molto lavoro da fare su questo aspetto”.

I soldi fanno la felicità? Forse no!

I soldi fanno la felicità? Forse no!

Certo, non avere problemi economici aiuta a vivere sereni e permette una certa dose di libertà. Ma i soldi fanno davvero la felicità? Pare di no, almeno stando a un recentissimo studio. La ricerca, ripresa da AGI, ha infatti scoperto che molte popolazioni indigene manifestano, pur senza portafoglio, gli stessi livelli di soddisfazione delle persone che vivono in paesi dai redditi elevati. Come è possibile? 

Ci sono casi in cui il denaro conta poco

La strada verso la felicità, quindi, potrebbe non essere lastricata di monete d’oro. A dare questo verdetto è uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati dell’Istituto di Scienze e Tecnologie Ambientali dell’Universitat Auto’noma de Barcelona (ICTA-UAB) e della McGill University in Canada. Il team, guidato da Eric Galbraith e Victoria Reyes-Garcia, ha esaminato i livelli di soddisfazione della vita somministrando un sondaggio a 2.966 persone provenienti da comunità indigene e locali in 19 siti distribuiti a livello globale.

Dalle risposte raccolte, si è così scoperto che la corrispondenza fra felicità e crescita economica non è stretta come si credeva. In sintesi, l’aumento del Pil non è collegato al benessere delle persone. Questa scoperta rivoluziona drasticamente il pensiero comune.

Quando a rispondere sono le società “marginali”

Non c’è quindi un punto di vista univoco e corretto, rilevano gli scienziati. Probabilmente il “nodo della questione” è alla base. Infatti, la stragrande maggioranza dei sondaggi globali raccoglie risposte dai cittadini di realtà industrializzate, tendendo a trascurare le società marginali, dove lo scambio e il possesso di denaro gioca un ruolo minimo nella vita quotidiana e i mezzi di sussistenza dipendono principalmente dalla natura.

Nell’ambito del campione, solo il 64% delle famiglie intervistate aveva una qualche disponibilità economica. Nonostante questo, i livelli di soddisfazione della vita erano molto simili a quelli riscontrati nei paesi ad alto reddito. La morale? I soldi non fanno la felicità.

Contenti come… gli scandinavi

“Il punteggio medio in queste realtà era di 6,8 su 10 – riporta Reyes-Garcia – ma ci sono stati anche picchi superiori a 8 punti, paragonabili a quelli dei paesi scandinavi. I risultati sono coerenti con l’idea che l’uomo possa condurre una vita appagante anche senza una ingente ricchezza materiale. La forte correlazione tra reddito e soddisfazione di vita non è pertanto universale”.

Gli italiani e i nuovi consumi sostenibili 

Gli italiani e i nuovi consumi sostenibili 

In un contesto di incertezza economica e instabilità geopolitica emerge un lieve e diffuso calo nell’attenzione rivolta a questioni di sostenibilità da parte degli italiani, sebbene le nuove generazioni continuino a perseguire le loro abitudini green nel quotidiano.
Secondo la 2° edizione dell’Osservatorio ‘Agos Insights 2023. I nuovi consumi sostenibili’, realizzato da Agos in collaborazione con Eumetra, sulle scelte di acquisto degli italiani torna ad affermarsi l’importanza del fattore economico.

Lo studio analizza lo scenario macroeconomico del 2023, prendendo in considerazione i principali trend che hanno influenzato le scelte di spesa delle famiglie. E secondo i risultati dell’indagine, è la Generazione Z la più attenta alle tematiche legate alla sostenibilità sociale e di governance (+ 5%).

Si cercano prodotti più convenienti, ma anche più “green”

In uno scenario caratterizzato da trend inflazionistici al rialzo che condizionano il potere d’acquisto delle famiglie, nonostante i consumatori si ritrovino spesso a scegliere prodotti più convenienti, indipendentemente dalle caratteristiche green, si evidenzia comunque un miglioramento nell’adozione di comportamenti sostenibili.

Sia in termini di abitudini di acquisto sia riguardo a consuetudini quotidiane che comportano un vantaggio di tipo economico, la sostenibilità degli italiani si esplica soprattutto con riferimento a comparti quali la mobilità (+10% rispetto al 2022), l’uso di energia da fonti rinnovabili (+9 % rispetto al 2022) e la circular economy, con l’acquisto di vestiti usati (+5% rispetto al 2022).

Mobilità: risparmio personale di tempo e denaro condiziona le scelte

In termini di mobilità gli intervistati dimostrano grande consapevolezza rispetto all’impatto dei mezzi a combustione sull’ambiente circostante, seppur risparmio personale in termini di tempo e denaro, mancanza di alternative valide e comodità, siano i principali driver che di fatto influenzano queste scelte.

Tanto che l’automobile privata si conferma il mezzo più utilizzato (63%), seguito dagli spostamenti a piedi (35%) e dall’uso della bicicletta (19%).
Non solo, dalla ricerca emerge anche il desiderio dei partecipanti di essere maggiormente green nelle scelte di sostenibilità, con un conseguente minor potenziale utilizzo dell’automobile (dal 63% al 32%).

Poco informati sulla Direttiva Europea Case Green

Con riferimento al comparto edilizio, la maggioranza degli intervistati si conferma interessata all’efficientamento energetico dei propri edifici (86%), sia per i vantaggi economici derivanti dal risparmio sulle bollette per gli stabili appartenenti a classi energetiche elevate (61%) sia per convinzioni ambientali. Allo stesso tempo, gli italiani mostrano indecisione nell’affrontare le scelte di ristrutturazione per varie ragioni. Tra queste, l’impegno economico e la poca conoscenza delle normative in tema.

Solo il 7% ritiene che la messa a norma dell’edificio possa rappresentare la motivazione per cui migliorarne l’efficienza, e solo un italiano su quattro conosce la recente Direttiva Europea Case Green. 

Meno tempo online e sui social: i “buoni propositi digitali” degli italiani

Meno tempo online e sui social: i “buoni propositi digitali” degli italiani

La salute oggi? Legata a doppio filo con la tecnologia. Ne sono consapevoli i nostri connazionali, che hanno deciso di iniziare il 2024 con una serie di “buoni propositi digitali”. D’altronde la tecnologia è sempre più protagonista nella nostra vita quotidiana, tanto che c’è bisogno di “fare ordine” e concentrarsi su alcune priorità. Secondo una ricerca condotta da Kaspersky, più della metà degli italiani ha deciso di modificare le proprie abitudini digitali per il 2024. Il dato evidenzia una crescente consapevolezza dell’importanza di proteggere la privacy online in un’epoca in cui passiamo sempre più tempo sulla rete.

Comportamenti più responsabili sul web

I “buoni propositi digitali”, in parole semplici, sono l’impegno a cambiare le abitudini online, con lo scopo di adottare comportamenti più sicuri e responsabili sul web. In Italia, il 58% della popolazione sta inserendo un buon proposito digitale tra gli obiettivi per il nuovo anno, evidenziando un aumento significativo rispetto al 43% registrato nel 2023.

I principali “buoni propositi digitali” per il 2024 includono la pratica del “digital detox,” con il 20% degli intervistati che si impegna a ridurre il tempo trascorso davanti allo schermo come parte della propria routine. Altri obiettivi importanti sono l’adozione di password più sicure (15%), l’utilizzo di Internet per incrementare i profitti personali (10%), la maggiore attenzione nell’aprire link (10%), e il rifiuto di addormentarsi con lo smartphone (9%).

Differenze a livello internazionale

A livello internazionale, l’Italia (58%) e la Spagna (60%) sono in testa alla diffusione dei buoni propositi digitali, seguite dai Paesi Bassi (43%), Germania (42%), Regno Unito (39%) e Francia (35%). La suddivisione di genere mostra che gli uomini (64%) in Italia sono più propensi rispetto alle donne (51%) a impegnarsi in questi propositi, così come i più giovani (72% della GenZ) rispetto ai più anziani (49% dei Baby Boomer).

Privacy e sicurezza in primo piano

Per quanto riguarda la privacy digitale e le abitudini online nel 2024, oltre al miglioramento delle password, le persone si concentrano sulla gestione delle e-mail, l’esecuzione di backup più frequenti e la modifica delle impostazioni dei cookie. In Italia, il 22% degli intervistati si impegna ad utilizzare password più sicure, il 14% a gestire meglio la posta elettronica, mentre il 13% ha l’intenzione di effettuare scansioni antivirus più regolari e backup più frequenti.

Coltivare i rapporti reali invece che virtuali

Il 2024 sarà caratterizzato anche da un impegno a incontrare le persone di persona (13%), riducendo l’uso eccessivo dello smartphone in famiglia, e a essere più attenti alla presenza sui social media (11%). La mindfulness assume un ruolo rilevante, con il 10% degli intervistati che prevede di aumentare l’uso di app per il benessere e il 9% che sceglie di smettere di seguire su social media persone o gruppi che non contribuiscono alla propria felicità.

In arrivo una legge per la trasparenza della IA?  

In arrivo una legge per la trasparenza della IA?  

Che sia in arrivo una nuova norma per regolamentare l’Intelligenza artificiale? Forse sì. Due influenti legislatori statunitensi, Anna Eshoo e Don Beyer, hanno recentemente presentato una proposta di legge rivoluzionaria volta a definire il campo dell’intelligenza artificiale (IA). Intitolata “AI Foundation Model Transparency Act”, questa legge mira a porre obblighi significativi sui creatori di modelli di intelligenza artificiale, in particolare focalizzandosi sulla trasparenza dei dati di addestramento.

Rivelare le fonti dei dati: uno step cruciale

La proposta legislativa, riferisce Adnkronos, si concentra sull’importanza di rendere noti i dettagli delle fonti utilizzate per addestrare i modelli di IA. I legislatori propongono che i creatori debbano non solo divulgarle, ma anche spiegare come tali dati vengano conservati durante l’elaborazione dell’IA.
L’obiettivo principale è indirizzare la Federal Trade Commission (FTC) a collaborare con il National Institute of Standards and Technology (NIST) per stabilire regole chiare in merito alla trasparenza dei dati di addestramento.

Gli obblighi per le aziende sviluppatrici

Le aziende coinvolte nello sviluppo di questi modelli di intelligenza artificiale dovranno rispettare rigorose regole. Oltre a rivelare le fonti di addestramento, dovranno descrivere come i dati vengano conservati durante il processo di inferenza. Dovranno anche illustrare le limitazioni o i rischi del modello e dimostrare l’allineamento con il Framework di Gestione dei Rischi AI del NIST e altri eventuali standard federali.
La fornitura di dettagli sulla potenza computazionale utilizzata per addestrare e gestire il modello sarà altresì obbligatoria.

Focus su criticità e tutela dei diritti d’autore 

Un aspetto distintivo della proposta è l’obbligo per gli sviluppatori di IA di segnalare gli sforzi compiuti per testare i modelli in scenari critici. Questo si rivela cruciale, specialmente per prevenire la diffusione di informazioni inesatte o dannose in ambiti sensibili come medicina, biologia, cybersicurezza, elezioni, polizia, decisioni finanziarie, educazione, impiego, servizi pubblici e la protezione di popolazioni vulnerabili, come i bambini.

I riferimenti giuridici 

La proposta legislativa (che al momento si riferisce alla realtà statunitense) prende spunto da numerosi casi giuridici contro aziende di IA, evidenziando la necessità di trasparenza dei dati di addestramento in relazione ai diritti d’autore. Si menziona ad esempio il caso degli artisti contro Stability AI, Midjourney e Deviant Art, con particolare attenzione al respingimento di gran parte delle accuse a ottobre.
Tuttavia, si sottolinea che è ancora pendente un reclamo di Getty Images contro Stability AI.

Il contesto attuale

La proposta si inserisce in un contesto in cui l’uso pubblico dei modelli di base di intelligenza artificiale ha generato numerosi casi di informazioni inesatte o parziali. La proposta dovrà essere discussa in un comitato prima di eventuali sviluppi, e non è ancora chiaro se ciò avverrà prima dell’inizio delle frenetiche campagne elettorali. La legge di Eshoo e Beyer si affianca all’ordine esecutivo sull’IA dell’amministrazione Biden, che mira a stabilire standard di segnalazione per i modelli di IA.
Va però notato che l’ordine esecutivo non ha forza di legge, mentre l'”AI Foundation Model Transparency Act” trasformerebbe i requisiti di trasparenza in una regola federale vincolante.

Giovani e consumi culturali: social media e Festival le nuove forme di fruizione

Giovani e consumi culturali: social media e Festival le nuove forme di fruizione

Secondo quanto emerge dalla ricerca dal titolo ‘Fruizione culturale: i giovani tra festival e social media’, realizzata da BVA Doxa per Intesa Sanpaolo, i ragazzi e le ragazze appartenenti alla Gen Z considerano l’approccio online alla cultura come uno strumento fondamentale per la crescita personale, l’intrattenimento e la comprensione del mondo.

Nel 2022 la cultura in Italia ha infatti guadagnato maggiore attrattiva grazie alla flessibilità offerta dalle modalità di fruizione da remoto. Ma se il canale online offre un accesso immediato, un linguaggio affine e una cultura più selettiva, il ‘mondo’ offline richiede più impegno, ma offre un’immersione completa, tangibile, e l’opportunità di stabilire relazioni significative.
Di fatto, dai Focus Group dello studio emerge chiaramente una coesistenza di esperienze culturali online e offline.  Le prime, si vivono soprattutto sui social network, le seconde, durante i Festival.

Le connessioni virtuali si trasformano in community durante gli eventi live

Insomma, i giovani e la cultura rappresentano un connubio che si sviluppa tra online e offline, e disegna un panorama con molte opportunità.
Lo studio rileva, ad esempio, come i social media siano diventati l’epicentro della fruizione online, creando connessioni virtuali che si trasformano in autentiche community durante gli eventi live.

Progetti digitali e content creator diventano quindi punti di riferimento fondamentali per i giovani, grazie alla cura dei contenuti, a un approccio imparziale e un linguaggio accessibile.

Nuovi spazi per condividere, crescere e scambiare idee

L’analisi sottolinea, poi, come i giovani stiano cercando un nuovo approccio culturale. In questo scenario, per gli appartenenti alla Gen Z i Festival rappresentano la soluzione ideale, poiché assumono il ruolo di nuovi spazi (che possono essere sia aperti sia chiusi) dedicati alla condivisione, alla crescita e allo scambio.

Negli ultimi 3, 5 anni, più del 35% degli italiani ha partecipato a un Festival, con una predominanza dei più giovani rispetto agli over 40.
Siamo di fronte a un autentico cambiamento nel paradigma culturale, destinato ad abbracciare sempre più le nuove tecnologie per un concetto di quotidianità ancora più connessa.

Il ruolo futuro della cultura come collante sociale

Guardando al futuro, la cultura diventerà sempre più un motore di crescita e un collante sociale, con il Festival destinato a cambiare radicalmente forma. L’ideale sarà un evento itinerante, che coinvolgerà speaker provenienti dal web, presentando brevi interventi in stile ‘Ted Talk’ (‘Ted’ sta per Technology Entertainment Design. Ted Talk è una serie di conferenze), e offrendo laboratori tematici.

Insomma, si sta aprendo un nuovo capitolo, in cui la cultura si evolve con il contributo fondamentale delle nuove generazioni e della loro connessione sinergica tra il mondo online e offline.