Italiani e lettura, che rapporto c’è?

Italiani e lettura, che rapporto c’è?

Qual è il rapporto tra gli italiani e i libri? Come ci posizioniamo nei confronti della lettura? A questa domanda ha risposto Ispos, che che appena condotto una ricerca sulle abitudini di lettura in Italia a supporto del progetto “Ivrea Capitale Italiana del Libro 2022”. I risultati mostrano che tipo di lettori sono le persone in Italia, cosa cercano nella lettura, cosa influenza le loro scelte e quale rapporto hanno con le biblioteche, i book influencer, il prezzo dei libri e se preferiscono il libro fisico o digitale.

Solo un terzo degli italiani legge senza difficoltà

Il 32% delle persone legge senza difficoltà, mentre il 17% fatica a capire ciò che legge, con la percentuale che aumenta per le fasce d’età più giovani. Il 37% si definisce un lettore appassionato, mentre solo l’18% si considera un grande lettore, con una punta leggermente più alta per le donne. La pigrizia è il principale freno alla lettura, identificata come la causa dall’11%. La lettura è un momento di relax per il 35% delle persone, di evasione per il 30% ed educativo per il 28%.

Il libro di carta è ancora il preferito

Il 70% delle persone preferisce il libro di carta, mentre il 63% pensa che l’ebook diventerà la forma più popolare di editoria nei prossimi anni. Le preferenze di lettura variano tra le generazioni, con i romanzi classici in cima alle preferenze tranne che per la Generazione Z, che invece predilige titoli fantasy, fantascienza, mystery e crime.

Libreria, amici o web: come si sceglie un libro?

Le motivazioni che spingono la scelta dei libri includono l’esposizione in libreria (27%), le raccomandazioni di amici (25%), le recensioni su siti web (22%) e quelle su giornali o riviste (20%). Tuttavia, nella Generazione Z le fonti sono diverse, con le raccomandazioni di amici e familiari al primo posto (23%), seguite dalle recensioni su siti web (23%) e le esposizioni in libreria al di sotto della media nazionale (17%).

Come sarà la biblioteca del futuro? 

Gli italiani immaginano la biblioteca del futuro come un luogo aperto e multifunzionale, con un’offerta di libri cartacei di ogni genere, anche quelli più introvabili (50%); in stretta sinergia con le scuole per educare i cittadini alla cultura fin da quando sono piccoli (44%); un luogo dove è possibile partecipare a eventi e corsi (37%); smart e con una offerta di prestito digitale del libro ampia (27%).

Un italiano su quattro disposto ad abbandonare l’auto se i mezzi pubblici funzionano

Un italiano su quattro disposto ad abbandonare l’auto se i mezzi pubblici funzionano

Gli italiani sarebbero anche disposti a lasciare la macchina in garage, ma solo se le condizioni legate alla mobilità urbana lo consentissero. Ovvero, niente auto se i mezzi pubblici funzionano in maniera efficace. Il sondaggio Ipsos-Legambiente ‘Tipi mobili nelle città italiane’ ha infatti rivelato che un cittadino su quattro sarebbe favorevole ad abbandonare l’auto privata per i mezzi pubblici, a patto che siano comodi e puntuali. 

Comportamenti variegati e segmentati

Questo risultato emerge in un contesto in cui i comportamenti degli italiani sulla mobilità sono molto variegati e segmentati, richiedendo quindi risposte diverse. Il 23% del campione nazionale è rappresentato dagli ‘aperti al pubblico’, ovvero coloro che userebbero di più i mezzi pubblici e condivisi a fronte di un potenziamento dei servizi e una diminuzione dei costi. Mentre il 19% è rappresentato dagli ‘obbligati ma insoddisfatti’, che preferiscono camminare o andare in bicicletta perché conviene, e sono disposti a rinunciare all’auto di proprietà a fronte di una maggiore sicurezza stradale e un potenziamento dei servizi sharing. Inoltre, c’è una fetta consistente del campione nazionale che è costituita dagli ‘Irriducibili individualisti – mai fermi ma incollati al volante’ (14% del campione), che prevalgono nelle periferie e nei piccoli centri e sono attenti alla propria indipendenza.

Le trasformazioni necessarie per una mobilità green

Secondo Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente, per rendere le città italiane veramente sostenibili e inclusive, occorre adottare politiche che rendano i quartieri e le città più accessibili in bici e con mezzi elettrici condivisi, adottando le nudge policies attraverso incentivi economici, abbonamenti e miglioramenti dei servizi. Inoltre, per trasformare le città italiane in vere ‘clean cities’, secondo Legambiente, è necessario disegnare percorsi prioritari ciclo-pedonali, incrementare i mezzi pubblici, creare zone scolastiche, aumentare i servizi e le infrastrutture di mobilità elettrica e condivisa, progettare zone cittadine a ‘zero emissioni’, anche per la distribuzione delle merci.

Gli standard del trasporto pubblico italiano inferiore alla media europea

“I dati emersi dalla campagna e dal sondaggio sono chiari: i cittadini sono disposti a cambiare il loro modo di muoversi, ma il trasporto pubblico in Italia è molto al di sotto della media europea, con soltanto un quarto delle metropolitane, treni veloci, linee tranviarie e autobus elettrici rispetto agli altri paesi – commenta Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente – Per rendere le città veramente sostenibili e inclusive, occorre adottare politiche che rendano i quartieri e le città più accessibili in bici e con mezzi elettrici condivisi (con zone a basse emissioni e a pedaggio per le auto private) adottando le nudge policies (o spinte gentili) attraverso incentivi economici, abbonamenti e miglioramenti dei servizi. Queste misure devono andare di pari passo, poiché l’esperienza di tutte le città del mondo dimostra che senza l’una, l’altra non può funzionare”.

La priorità per i retailer è utilizzare il digitale per recuperare efficienza

La priorità per i retailer è utilizzare il digitale per recuperare efficienza

L’aumento dei costi, unitamente alle nuove abitudini dei consumatori, come la possibilità di Smart Working o la ricerca di fluidità nell’utilizzo dei canali, condizionano l’evoluzione dell’infrastruttura commerciale italiana. Il ritorno alla normalità e alla frequentazione dei negozi fisici da parte dei consumatori nel 2022 porta la penetrazione dell’online sul totale Retail a rimanere stabile all’11%.  Al tempo stesso i retailer si concentrano su nuovi formati di negozio, store di prossimità dotati di soluzioni digitali in grado di migliorare l’esperienza transazionale e relazionale del consumatore e supportare l’online. Si tratta di alcune evidenze emerse dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. 

Investimenti nell’innovazione per ottimizzare le attività

Nel 2022 l’investimento in digitale nel Retail non ha subito una battuta d’arresto: l’incidenza di questa spesa sul fatturato rimane stabile rispetto al 2021 e pari al 2,5%.Gli interventi messi in atto dai retailer italiani sono legati all’ottimizzazione di alcune attività in negozio. Si investe, ad esempio, in etichette smart, adottate e/o potenziate nel 2022 dal 18% dei top retailer italiani, per gestire in modo dinamico e in tempo reale le variazioni di prezzo e garantire la massima trasparenza al consumatore. E in parallelo, si lavora all’efficientamento delle attività e dei processi lungo la supply chain.

Potenziare i sistemi di demand, inventory e distribution planning

Da un lato, i retailer sfruttano il digitale per contrastare le difficoltà nell’approvvigionamento di beni e materie prime, ed effettuare previsioni più accurate della domanda ottimizzando la gestione dei prodotti lungo la filiera attraverso lo sviluppo e/o il potenziamento di sistemi di demand, inventory e distribution planning (28%). Dall’altro, puntano a contenere i costi delle operations e della logistica per cercare di recuperare marginalità. Il 16% dei retailer adotta o consolida, infatti, i sistemi di incremento delle performance di magazzino e le soluzioni di tracciamento dei prodotti lungo la filiera.
Ma la ripresa del canale fisico impone una revisione degli store non solo dal punto di vista infrastrutturale, ma anche digitale.

Automatizzare l’esperienza dei clienti

L’esperienza del cliente viene semplificata e resa più consapevole: i chioschi digitali, implementati dal 28% dei top retailer, favoriscono l’approfondimento della conoscenza dei prodotti, mentre le soluzioni di digital signage (23%) attivano una comunicazione efficace con il cliente.
Particolarmente rilevante anche l’automatizzazione dell’esperienza, grazie a sistemi di self scanning (18%) da app o device dedicati. Un altro cantiere di innovazione riguarda il punto cassa. Il 33% investe in soluzioni di mobile e contactless payment e il 9% in sistemi di self check-out per snellire la fase di pagamento. Inoltre, il 25% dei retailer dichiara di essere al lavoro sull’evoluzione del tradizionale significato della cassa. Non più solo il punto in cui termina l’esperienza d’acquisto, ma un luogo dove erogare servizi a valore aggiunto per il consumatore.

Affitti brevi: boom del mercato europeo nel 2022

Affitti brevi: boom del mercato europeo nel 2022

Secondo i dati Airdna nel 2022 in Europa il fatturato del mercato degli affitti brevi ha raggiunto quota 51 miliardi di euro, registrando un aumento sia in termini di domanda (+26,4%) sia di fatturato (+42%) rispetto al 2021.Ad aumentare sono anche le tariffe medie giornaliere (+16,6% rispetto al 2021), che combinate alla crescita della domanda hanno determinato un aumento complessivo dei ricavi. Sempre nel 2022, in Europa le notti richieste prenotate sono state infatti 355 milioni, +39% rispetto all’anno precedente e +2,9% rispetto al 2019. La media degli annunci disponibili al mese nel 2022 (+11,2%) è arrivata a oltre 2,5 milioni, cifra però rimasta a -7,4% rispetto al 2019.

La domanda cresce anno su anno in tutti i Paesi

Ognuno dei primi 20 paesi ha mostrato una crescita della domanda anno su anno. L’Ungheria ha avuto la ripresa più forte, con +62,1% di notti prenotate rispetto all’anno precedente, seguita da Portogallo (+60,2%) e Norvegia (+59,4%). I paesi che hanno invece registrato i minori aumenti della domanda sono stati Paesi Bassi (12,3%), Finlandia (14,1%) e Svizzera (16,5%). Tutti i paesi tranne uno hanno registrato una crescita dell’occupazione rispetto al 2021, il Regno Unito, che ha registrato un calo dell’occupazione dello 0,3% nel 2022. Al contrario, in Portogallo si è registrato l’aumento dell’occupazione più forte (25,2%), seguito da Ungheria (17,0%) e Repubblica Ceca (16,0%).

Meglio una camera condivisa in appartamento

Una delle tendenze più importanti nel mercato degli affitti a breve termine è la crescita delle camere condivise. Delle tre tipologie di annuncio pubblicate (intera casa/appartamento, stanza privata, stanza condivisa) le camere condivise nel 2022 hanno registrato la maggiore crescita dell’occupazione (+18,4%), seguite dalle stanze private (+15,6%), e dalle intere case/appartamenti (+9,4%). Per quanto riguarda la tipologia degli immobili la crescita maggiore si è registrata nel segmento appartamento/condominio/loft (+12,8%). Ciò può essere dovuto alla comodità e ai servizi offerti da questi tipi di immobili, nonché alla loro maggior concentrazione all’interno delle aree urbane.

Indifferenza per servizi di lusso

Oltre al tipo di annuncio e al tipo di immobile, anche la fascia di prezzo ha svolto un ruolo nel determinare la crescita dell’occupazione. Sebbene l’occupazione sia cresciuta tra tutte le fasce di prezzo, i livelli di crescita più alti si sono registrati nella fascia di prezzo più bassa. Ciò suggerisce che i viaggiatori sono sempre più alla ricerca di opzioni più convenienti nel mercato europeo degli affitti a breve termine. L’aria condizionata e la presenza di una cucina sembrano essere fattori cruciali per gli affittuari, mentre i servizi di lusso, come vasche idromassaggio, piscine, palestre e parcheggi, tipicamente associati ad alloggi dal costo più elevato, non sembrano avere un impatto sostanziale sull’occupazione crescita.

San Valentino: nel 2023 è in ripresa, +35% di spesa sul 2019

San Valentino: nel 2023 è in ripresa, +35% di spesa sul 2019

Per festeggiare San Valentino, il 14 febbraio, tra regali, cene romantiche, fiori e altri omaggi quest’anno oltre dieci milioni di italiani hanno speso circa 71 euro a persona, un budget in netto recupero rispetto agli anni precedenti e superiore del +35% rispetto al 2019. Complessivamente, a celebrare il San Valentino 2023 è stato il 28% della popolazione maggiorenne, una quota in ascesa rispetto al 24% dello scorso anno. Ma c’è anche un ulteriore 14% che era indeciso se celebrare la festa degli innamorati, e che ha optato per una cena o un regalo last minute. Del 58% che non ha partecipato a San Valentino, il 43% lo ha fatto perché non è solito festeggiare la ricorrenza, mentre il 15% perché single. Sono alcune stime di Confesercenti sulla base di un sondaggio condotto da SWG.

La cena romantica è la più gettonata

Il dato medio di 71 euro nasconde, però, una forte polarizzazione. Il 18% si è tenuto sotto i 30 euro di spesa, mentre il 34% ha voluto ‘investire’ tra i 30 e i 50 euro, il 22% è arrivato fino a 100 euro mentre il 18% ha scelto doni da 100 fino a oltre i 200 euro. Tra gli innamorati, la cena romantica è la celebrazione più gettonata, scelta dal 59%. Di questi, il 62% ha optato per una serata romantica al ristorante, mente il 38% ha preparato una cena speciale tra le mura di casa.

Più tulipani e orchidee meno rose rosse

Resta forte, però, anche la tradizione dell’omaggio floreale. A regalare fiori acquistati presso un negozio o un mercatino specializzato è stato il 23%. I fiori più richiesti, quest’anno, sono stati tulipani, gerbere, anemoni, ranuncoli e orchidee. Senza dimenticare la classica ‘rosa rossa’, che rimane la regina di San Valentino, anche se quest’anno, spiega il Presidente di Assofioristi Ignazio Ferrante, “soffre l’aumento di prezzo dovuto al caro energia”. 
Un nuovo problema, a cui si aggiunge la vecchia questione dell’abusivismo: il 6% di chi festeggia ha comprato fiori dove capita, finendo spesso ad acquistare, anche inconsapevolmente, da venditori abusivi. Per contrastarli, spiega Ferrante, “serve attenzione da parte dei consumatori, ma sarebbe necessario maggiore controllo da parte delle autorità, nel rispetto del lavoro delle imprese oneste”.

Profumi, cioccolatini, moda, oppure un viaggio

Ma la festa di San Valentino non si esaurisce in cene e fiori. Sono stati molti gli italiani che hanno scelto, in alternativa o in aggiunta, altri tipi di doni. Il 26% si è orientato su un prodotto di profumeria, mentre il 22% ha tenuto viva la tradizione dei cioccolatini. Il 19% ha invece optato per un gioiello o un accessorio di gioielleria, mentre il 10% per un prodotto o un accessorio moda, il 5% ha regalato un servizio o un prodotto di cosmetica o benessere, e un ulteriore 17% un altro tipo di regalo. Un 6%, invece, ha scelto un viaggio insieme al partner.

Bollette: italiani confusi su forniture a regime libero o tutelato 

Bollette: italiani confusi su forniture a regime libero o tutelato 

Secondo l’indagine di Facile.it commissionata agli istituti mUp Research e Norstat, più di 15 milioni di italiani non sanno se il proprio fornitore di energia elettrica o di gas operi nel mercato libero o in quello tutelato. Nonostante risparmiare sulle bollette sia una priorità per molte famiglie, quando si parla di fornitura luce e gas molti italiani hanno ancora le idee confuse. “Cambiare fornitore di luce e gas è un’operazione molto semplice, ma va affrontata con attenzione – spiega Mario Rasimelli, Managing Director utilities di Facile.it -, conoscere le caratteristiche base della propria offerta, a partire dal mercato in cui opera la società da cui acquistiamo l’energia, è fondamentale per fare una scelta consapevole. Una valutazione errata può portare a un aumento delle bollette anziché a un risparmio”.

C’è chi non conosce la propria offerta di luce e gas

Secondo i risultati dell’indagine, emerge che gli italiani hanno le idee più confuse in materia di fornitura di gas. In quest’ambito il 34% degli intervistati ha dichiarato di non sapere se il proprio fornitore opera nel mercato libero o in quello tutelato. A livello territoriale, a conoscere meno la propria offerta sono i residenti nelle regioni del Sud Italia, dove la percentuale arriva addirittura al 40%. La situazione migliora, ma solo di poco, se si guarda all’energia elettrica: in questo caso è 1 italiano su 4 (25%) a non sapere se la propria fornitura sia nel mercato libero o nel regime di tutela. Guardando i dati su base territoriale, invece, emerge che sono soprattutto i residenti nelle regioni del Nord Est ad avere le idee meno chiare (31%).

Libero o a maggior tutela?


Analizzando le migliori offerte a tariffa indicizzata presenti sul mercato libero, e tenendo in considerazione le stime sull’andamento del prezzo dell’energia dei prossimi mesi, emerge che il passaggio dal mercato tutelato a quello libero può far risparmiare fino al 10,5% sulla fornitura di luce e gas. Nello specifico, considerando la migliore offerta a tariffa indicizzata, il risparmio per chi passa dal regime di tutela al mercato libero è del 2% nel caso del gas, ma arriva fino al 21% per l’energia elettrica. Le stime sono realizzate tenendo in considerazione l’andamento dei prezzi per i prossimi 12 mesi secondo le previsioni fatte da Acquirente Unico.

Quanto si risparmia con il passaggio al mercato libero?

“La fine del mercato tutelato è stata rinviata al 2024, ma il consiglio è di valutare da oggi il passaggio al mercato libero, che grazie al calo del prezzo dell’energia, offre ai consumatori prodotti a prezzo variabile che possono far risparmiare fino al 10,5% rispetto al regime di tutela – aggiunge Rasimelli -. Sapere se il fornitore da cui acquistiamo l’energia opera nel mercato libero o in quello tutelato è però il punto di partenza imprescindibile per fare ulteriori valutazioni”.

Le cinque tendenze della Mobilità condivisa nel 2023

Le cinque tendenze della Mobilità condivisa nel 2023

Quali sono i trend che muoveranno il settore della mobilità condivisa nel 2023? Se raggiungimento degli obiettivi climatici, inversione di tendenza del traffico e città senza auto sono solo alcuni esempi delle sfide che richiedono soluzioni di mobilità innovative, gli esperti di mobilità condivisa di Invers hanno individuato cinque tendenze per il 2023. Anno in cui “Ci aspettiamo che il mercato del car sharing cresca di almeno il 20%”, afferma Bharath Devanathan, Chief Business Officer di Invers.
Ma i piani di espansione del settore sono evidenti anche nei recenti sviluppi del mercato, come l’acquisizione di WeShare da parte di Miles e di ShareNow da parte di Stellantis/Free2Move.

Obiettivo: aumentare la redditività

Allo stesso tempo, aumenterà la pressione sugli operatori affinché diventino redditizi. Nel mercato della micromobilità condivisa si prevede che gli operatori si ritirino ulteriormente dalle città meno redditizie per concentrarsi sui mercati più redditizi. Per aumentare la redditività, alcuni operatori di car sharing stanno esternalizzando compiti operativi su larga scala a fornitori di servizi specializzati, altri si stanno concentrando sull’aumento dell’utilizzo dei veicoli, offrendo un veicolo su piattaforme MaaS o in modelli di business complementari (carsharing aziendale durante la settimana e carsharing peer-to-peer nel fine settimana). Nuovi concetti di condivisione della flotta e API unificate supporteranno questo approccio.

Abbonarsi all’auto per essere ancora più sostenibili

Continua la tendenza, sebbene ancora giovane, ad abbonarsi all’auto. I fornitori tradizionali di car sharing stanno andando oltre il noleggio a breve termine e si rivolgono al mercato a lungo termine. Inoltre, si rivolgono a nuovi segmenti di clientela e contrastano i rischi monitorando i dati di utilizzo dei veicoli e interrompendo l’accesso se necessario. Se il car sharing è già più sostenibile dell’utilizzo di veicoli privati, i servizi di car sharing di numerosi operatori saranno sempre più elettrici. Nella città di Amburgo, ad esempio, le società di car sharing Miles, ShareNow, Sixt e WeShare hanno concordato di aumentare la percentuale di veicoli elettrici delle flotte ad almeno l’80% entro il 2023/24.

Il car sharing entra nell’edilizia residenziale

L’idea della mobilità condivisa sta acquisendo importanza anche nell’edilizia residenziale, con numerosi costruttori che stanno integrando soluzioni di mobilità condivisa nelle offerte. Il vantaggio? Invece di un certo numero di posti auto per unità residenziale, possono fornire spazio solo per un numero minore di veicoli in condivisione. Questa tendenza è particolarmente evidente nei Paesi Bassi, in Germania e in Italia. Inoltre, singole città e comuni stanno promuovendo i concetti di condivisione attraverso politiche più favorevoli al car sharing, soprattutto per quanto riguarda le tariffe dei parcheggi. In molti casi si collegano tali politiche alla promozione della mobilità elettrica. Colonia, Amburgo e Monaco offrono già parcheggi gratuiti per i veicoli elettrici, accelerando la tendenza verso flotte di veicoli elettrici puri.

Come gestire la sicurezza della seconda casa quando non ci abita nessuno

In generale, per “seconda casa” si intende una proprietà immobiliare che viene utilizzata come una residenza secondaria o come una casa vacanza. Non è la stessa cosa della casa principale in cui si vive tutto l’anno e dove si ha la residenza anagrafica.

La seconda casa può essere dunque utilizzata per trascorrere brevi periodi di tempo, ad esempio durante le vacanze o nel fine settimana, o può essere affittata a terzi durante l’anno. In alcuni casi, la seconda casa può essere anche una proprietà di investimento, acquistata con l’intento di generare reddito attraverso l’affitto breve.

Dando dunque per scontato che nella seconda casa non si vive tutto l’anno, è fondamentale gestire la sua sicurezza soprattutto nei mesi invernali quando non c’è nessuno nemmeno nei paraggi. Infatti, una casa vuota è spesso un bersaglio facile per i ladri e gli intrusi, meglio ancora se anche le abitazioni confinanti non sono abitate.

Pertanto, è importante prendere alcune precauzioni per proteggere la propria casa e sapere di poter dormire sonni tranquilli.

Vediamo allora di seguito quali potrebbero essere alcuni accorgimenti adeguati per mantenere alto il livello di sicurezza.

Sistemi di allarme e videosorveglianza

Uno dei modi più efficaci per proteggere la seconda casa è installare un sistema di allarme e videosorveglianza.

Un sistema di allarme può essere attivato o disattivato anche a distanza (tramite un’apposita App) a seconda delle proprio esigenze, e invierà una notifica in caso di effrazione o di altri problemi. La videosorveglianza, d’altra parte, permette di monitorare la casa in tempo reale e di avere una registrazione delle attività sospette, un ottimo deterrente per qualsiasi malintenzionato.

Serrature e chiavi

È importante anche fare attenzione alle serrature e alle chiavi della seconda casa. Bisogna per questo assicurarsi che le serrature siano di tipo moderno e antieffrazione, oltre ad essere in buone condizioni. Chiaramente le che chiavi vanno custodite in modo sicuro e non devono per nessun motivo essere lasciate sotto il tappeto, sopra lo stipite della porta o comunque nei pressi.

Inoltre, in caso di perdita delle chiavi, è consigliabile sostituire il prima possibile il cilindro per evitare che qualcun altro possa entrare in casa.

Inferriate apribili per la porta principale

Le inferriate apribili per la porta principale sono un altro modo efficace per proteggere la seconda casa. Queste inferriate sono realizzate in acciaio e sono progettate per resistere alle effrazioni. Inoltre, possono essere aperte e chiuse facilmente dall’interno, rendendole comode da utilizzare.

In inverno possono dunque essere lasciate chiuse, mentre in Estate, quando soggiorniamo all’interno dell’abitazione, è possibile lasciare la porta di casa aperta la notte per lasciar entrare la frescura, avendo cura di chiudere le inferriate.

Grate di sicurezza per le finestre

Le grate di sicurezza per le finestre sono un’altra opzione da considerare per proteggere la seconda casa. Anche queste sono realizzate in acciaio e sono progettate per resistere ai tentativi di effrazione. Sono facili da installare e consentono di lasciare aperta la finestra senza temere che qualcuno posso tentare di accedere dall’esterno.

Informare un vicino di fiducia o un amico

Certamente, è importante informare un vicino di fiducia o un amico delle proprie assenze dalla seconda casa.

Soprattutto se abbiamo dei vicini che abitano in zona tutto l’anno, chiedere loro una mano può aiutare a prevenire problemi di furti, dato che i nostri vicini potranno dare un’occhiata alla casa di tanto in tanto e segnalare eventuali problemi o attività sospette.

Controllare regolarmente la casa

Infine, è importante controllare regolarmente la seconda casa anche quando non ci troviamo lì, anche sfruttando la tecnologia di settore.

Un’idea può essere quella di sfruttare la videosorveglianza, o in alternativa chiedere ad un vicino di passare di tanto in tanto per fare un controllo visivo. In questo modo, sarà possibile ridurre notevolmente le probabilità che un malintenzionato scelga proprio la nostra abitazione per commettere un furto.

I trend futuri per le categorie del largo consumo

I trend futuri per le categorie del largo consumo

Nonostante l’inflazione, i dati del Retail Measurement di NielsenIQ indicano che gli shopper sono ancora disposti a pagare un prezzo elevato per determinate categorie di prodotti. Ma una delle tendenze future evidenziate da NielsenIQ per i beni di largo consumo è l’aumento dei consumi domestici a scapito delle spese fuori casa. Per mitigare l’impatto dell’aumento delle bollette e della spesa alimentare i consumatori infatti spendono meno per intrattenimento e pasti fuori casa. Secondo NielsenIQ le vendite della categoria dei beni di largo consumo riflettono questo trend. Pertanto, nel secondo trimestre del 2022 le vendite di farina, pasta, riso o cibo in scatola sono aumentate del 5,9% a livello globale. 

Impennata dei prodotti per animali domestici

Crescono anche le vendite di prodotti legati alle attività di consumo di contenuti online e giochi: snack e bevande sono tra le categorie in maggiore crescita a livello globale. Nel secondo trimestre 2022 la vendita delle bevande è infatti cresciuta del 5,4% a livello mondiale. Continua poi l’impennata delle vendite di prodotti per gli animali domestici, la categoria a più rapida crescita a livello globale: nel secondo trimestre 2022 le vendite sono cresciute del 9,8% rispetto al 2021. Un’impennata che manda un segnale chiaro a manufacturer e retailer: i proprietari sono disposti a spendere per i loro pet.

Non solo convenienza

Oltre all’attenzione alla convenienza c’è anche quella per la salute: le opzioni alimentari sane e nutrienti sono tra le principali preferenze dei consumatori. Un report su salute e benessere di NielsenIQ evidenzia che il 70% dei consumatori globali è disposto a pagare un prezzo maggiore per prodotti privi di OGM, biologici o naturali.
In Europa le alternative salutari come i prodotti bio/organici o vegani sono un trend in rapida crescita. Più della metà dei consumatori europei (55%) è disposta a pagare un prezzo elevato per i prodotti biologici/bio, e in mercati specifici come l’Italia questo trend è ancora più marcato (70%).
In molte categorie, poi, la crescita a valore delle varianti biologiche supera la performance del segmento non biologico.  Sebbene in Europa occidentale il 3%-5% segua diete completamente vegane o vegetariane, in media circa 3 famiglie europee su 10 hanno ridotto il consumo di carne per motivi di salute. E in un numero sempre maggiore di categorie, i consumatori scelgono opzioni vegetali, come snack surgelati, caramelle e gelati.

Alternative salutari a prezzi accessibili

Come dimostrano i numeri delle vendite, gli shopper sono disposti a spendere per categorie e attributi di prodotto che rispondano a esigenze fondamentali, come la salute e il benessere. I manufacturer e retailer devono considerare che la cautela nei confronti dei prezzi è un ostacolo all’acquisto. Per mantenere i consumatori fedeli ai brand è quindi fondamentale offrire opzioni più economiche, ad esempio, offrendo alternative salutari a prezzi accessibili. Alla luce dei trend di vendita e dei cambiamenti di comportamento dei consumatori, il modo per avere successo è quindi quello di diversificare i portafogli.

Black Friday: lieve calo per il mercato della Tecnologia di consumo 

Black Friday: lieve calo per il mercato della Tecnologia di consumo 

Dopo la forte crescita nel 2021 negli ultimi mesi il settore della Tecnologia di consumo ha iniziato a mostrare trend negativi. Nella settimana del Black Friday 2022 il mercato italiano della Tecnologia di consumo ha registrato vendite per un controvalore pari a 492 milioni di euro, ma rispetto allo scorso anno l’andamento è leggermente negativo, anche se in ripresa rispetto alle settimane precedenti. Le ragioni sono ascrivibili all’effetto saturazione di alcuni settori, risultati in forte crescita nei due anni precedenti, come l’IT e l’Office, ma anche alle difficoltà del contesto economico legate all’inflazione, l’incremento dei costi dell’energia e le crescenti incertezze dei consumatori.

Un trend negativo, ma meno marcato rispetto alle attese

La settimana del Black Friday (dal 21 al 27 novembre 2022) ha fatto quindi registrare un dato in calo, ma meno marcato rispetto alle attese. Le rilevazioni effettuate da GfK sul Panel Weekly per le categorie più importanti del mercato della Tecnologia di consumo, tra cui TV, PC, Smartphone, Tablet, Frigoriferi, Lavatrici, Aspirapolvere, e Stampanti mostrano infatti un calo del -1,3%. 
Rispetto al fatturato della settimana media riferita all’ultimo anno si registra però un incremento del +125%. E confrontando il dato 2022 con il Black Friday 2019 il valore del mercato è aumentato del +2%, evidenziando una buona performance rispetto al periodo pre-pandemico.

Crescono gli Smartphone, in diminuzione PC Portatili e TV 

Per la settimana del Black Friday le vendite tramite internet contribuiscono al 37% del fatturato totale. Cresce infatti soprattutto il canale online (+9%), mentre rallentano i punti vendita tradizionali (-7%). 
I comparti che hanno ottenuto la migliore performance sono stati l’Home Comfort (+14%), Piccolo Elettrodomestico (+12%), Informatica e Office (+4%) e Telefonia (+4%).
Quanto alle tre categorie più importanti in termini di fatturato, crescono gli Smartphone (+4%), mentre PC Portatili (-4%) e TV (-17%) risultano in calo rispetto allo scorso anno. Escludendo queste due ultime categorie dal perimetro dei prodotti il mercato segnerebbe un dato positivo.

Buone performance per Mediatablets, Condizionatori e Forni a Microonde

Rispetto al Black Friday 2021 i prodotti che hanno registrato le crescite più rilevanti sono stati i Mediatablets (+44%). Molto positivi anche i Condizionatori (+34%) e i Forni a Microonde (+26%), le cui vendite sono legate al risparmio sul consumo di gas domestico. Inoltre, rispetto agli ultimi anni è tornato a crescere l’impatto delle attività promozionali nella settimana del Black Friday, arrivando al 41% dei volumi venduti, con un taglio prezzo di almeno il 15%.