Rc auto, aumento a due cifre: come risparmiare?

Rc auto, aumento a due cifre: come risparmiare?

Da settembre 2022 a settembre 2023 il premio medio dell’Rc auto pagato dagli italiani è cresciuto del 27,9%, arrivando a 614,39 euro. Oltre 130 euro in più rispetto a 12 mesi fa.
Emerge dall’analisi dell’Osservatorio di Facile.it su un campione di oltre 11 milioni di preventivi, e relative quotazioni, tra settembre 2022 e 2023.

Insomma, in appena un anno i premi medi delle Rc sono aumentati a doppia cifra, e hanno interessato tutta la penisola. In particolare, la classifica delle regioni che hanno registrato gli incrementi maggiori è guidata dall’Umbria, dove le tariffe sono salite mediamente del 37,9% rispetto all’anno precedente.
Sul podio delle regioni dove l’Rc auto ha subito i rincari maggiori, anche Lazio, che ha segnato un aumento dei premi medi pari al 36%, e Sardegna (+34,4%). 

In Campania l’assicurazione costa il 73% di più

In valori assoluti non stupisce notare come la Campania indossi ancora una volta la maglia nera, dal momento che a settembre 2023 per assicurare un’auto nella regione occorrevano, in media, 1.062,49 euro, il 73% in più rispetto alla media nazionale.
Seppur a distanza, sul podio delle aree più costose seguono Calabria, con un premio medio di 673,07 euro, e Puglia (665,36 euro).

Sul versante opposto si posiziona il Friuli-Venezia Giulia, che anche quest’anno guadagna il primato di regione meno cara sul fronte Rc auto. Il mese scorso occorrevano infatti mediamente 415,92 euro per assicurare il proprio veicolo a quattro ruote.
Seguono Trentino-Alto Adige (443,88 euro), e Lombardia (474,38 euro).

Conviene optare per una compagnia meno cara

Secondo quanto registra invece l’Osservatorio assicurativo di Segugio.it il premio medio Rc auto a settembre 2023 ha raggiunto i 441,2 euro, e rispetto allo stesso mese del 2021 è in aumento su tutto il territorio.

Gli assicurati possono però controbilanciare l’incremento dei costi cambiando compagnia in seguito alla comparazione. Segugio.it ha svolto un’analisi per valutare la riduzione media di prezzo qualora un cliente passi alla compagnia più conveniente partendo da quella attuale, nell’ipotesi prudenziale che quest’ultima sia la seconda in ordine di prezzo.
In questo modo i clienti potrebbero risparmiare in media il 29,2%, con picchi in Molise (40,5%), Calabria (39,3%) e Basilicata (38,3%).

Quali coperture aggiuntive scegliere?

Questo dimostra come la dispersione di prezzo, legata alla forte concorrenza fra compagnie, sia molto ampia e consenta significative opportunità di risparmio per i consumatori.
In ogni caso, tra le garanzie accessorie sottoscritte dagli guidatori italiani emerge come tra coloro che ne hanno inserita una in fase di preventivo, la più scelta sia stata ancora una volta l’assistenza stradale, selezionata dal 43,6% degli automobilisti.

Tra le coperture aggiuntive più richieste, seguono, seppure a grande distanza, la garanzia infortuni conducente (19,2%), la tutela legale (14,8%) e la copertura furto e incendio (10,6%).

Molti italiani hanno bici o monopattino: perchè li usano poco?

Molti italiani hanno bici o monopattino: perchè li usano poco?

Sono tanti gli italiani che possiedono una bicicletta o un monopattino, ma sono pochi quelli che li utilizzano spesso.  In particolare, il 57% ha una bicicletta tradizionale, l’8% una e-bike, il 7% un monopattino elettrico o simili. In pratica, quasi 7 italiani su 10. Ma coloro che li utilizzano almeno tre o quattro giorni alla settimana sono molti meno: il 19% per quanto riguarda le biciclette e il 7% i monopattini. Inoltre, se i possessori di almeno una bici sono il 61%, chi dichiara di utilizzarla è il 74% di loro. La maggior parte usa la propria (57%) e uno su tre (31%) la noleggia. Gli altri alternano mezzo proprio e mezzo noleggiato. È quanto emerge dal focus sulla mobilità sostenibile dell’Osservatorio Findomestic.

Il problema della sicurezza

Diametralmente opposto è il rapporto proprietà-noleggio quando si tratta del monopattino. Il 25% usa questo mezzo, ma solo il 14% di questi utilizza il proprio. La stragrande maggioranza (78%) lo noleggia.
“Tutti o quasi sono d’accordo che la bicicletta e il monopattino siano ecologici e pratici ­ commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic -. I due mezzi, però, non sono sempre visti di buon occhio sia per la sicurezza dei pedoni (49%) sia per quella degli stessi utilizzatori (42%). L’80% del campione intervistato, inoltre, punta il dito contro bici e monopattini ritenendoli fonte di disordine urbano. Più nel dettaglio, il 39% addossa tutte le colpe ai monopattini mentre solo il 3% esclusivamente alle bici. Il 38% non fa, invece, distinzione e ritiene che entrambi i mezzi creino caos in città”.

e-bike ancora poco apprezzate 

Il sondaggio si è concentrato anche sulle bici elettriche, che in Italia a oggi risultano poco utilizzate.
Nove ciclisti su 10 (87%) si muovono infatti solo con il modello tradizionale, e di questi solamente il 28% ha provato una e-bike. Chi ha provato un modello elettrico ne dà quasi sempre (85%) un giudizio positivo, ma non lo compra perché troppo costoso (51%), preferisce la bici tradizionale (21%) o altri mezzi di trasporto (17%), ritiene di poter noleggiare una e-bike al bisogno (13%), o perché teme il furto (13%).

Dove acquistare un’elettrica?

Non a caso il 55% del campione ritiene che qualora dovesse valutare l’acquisto di una bici elettrica sarebbe interessato a un’assicurazione sul furto. Tra chi oggi non possiede una e-bike il 54% sarebbe disposto ad acquistarla usata, e al 26% non dispiacerebbe una proposta di credito. Il 76% si rivolgerebbe a un rivenditore specializzato, mentre il 17% la acquisterebbe anche presso la grande distribuzione organizzata. Solo il 9% si affiderebbe a un marketplace.

Meta Platforms: in Europa arriva il social senza pubblicità? 

Meta Platforms: in Europa arriva il social senza pubblicità? 

Un possibile passo strategico per placare le preoccupazioni dei regolatori e prevenire conflitti potenziali legati alla privacy: Meta Platforms potrebbe presto introdurre un’opzione di abbonamento senza pubblicità per gli utenti di Facebook e Instagram nell’Unione Europea. È quanto riporta il New York Times, che sottolinea come l’azienda di Mark Zuckerberg intenda comunque mantenere invariata la disponibilità delle versioni gratuite delle sue piattaforme. Un modello che lungo i suoi vent’anni di storia ha dimostrato di funzionare bene. Tuttavia, il quotidiano mette in luce la crescente pressione delle autorità europee nei confronti di Meta Platforms, principalmente a causa delle violazioni della protezione dei dati verificate nel corso degli anni.

Un importante cambiamento nella strategia della società

L’ipotesi di introdurre un servizio a pagamento potrebbe rappresentare quindi un importante cambiamento nella strategia di Meta Platforms. Questo nuovo modello di business permetterebbe all’azienda di diversificare le fonti di guadagno e ridurre la sua dipendenza dalla pubblicità, che attualmente costituisce la principale fonte di entrate. Nonostante ciò, i dati finanziari del secondo trimestre della società hanno mostrato un incremento nelle vendite complessive, indicando che l’interesse degli inserzionisti pubblicitari rimane elevato.

Combattere le frodi legate all’identità degli utenti

L’annuncio non dovrebbe perciò sorprendere coloro che seguono da vicino Meta Platforms, poiché all’inizio dell’anno l’azienda aveva già anticipato l’intenzione di testare un’opzione di abbonamento per Facebook e Instagram, presentandola come una misura volta a combattere le frodi legate all’identità degli utenti, riporta Adnkronos. Alcune fonti interne a Meta ritengono che la possibilità di offrire agli utenti la scelta di sottrarsi alla pubblicità continuando però ad avere accesso a Facebook e Instagram per abbonamento potrebbe alleviare alcuni dei timori delle autorità europee. O quantomeno agevolare gli interessi del colosso nell’Unione Europea, dove Meta non ha ancora lanciato la sua nuova app Threads, la rivale di X, l’ex Twitter, proprio per timori in ambito regolamentare.

Senza dimenticare il metaverso e l’AI 

Concentrata nelle sfide in Europa, Meta comunque lavora al rilancio delle sue attività e al metaverso, la realtà virtuale che Zuckerberg ritiene essere il futuro e che sta muovendo i primi passi.
L’attenzione è alta anche sulla nuova frontiera dell’Intelligenza artificiale e sulla sua integrazione con i prodotti Meta. Proprio l’AI,  riferisce Il Sole 24 Ore, porterà Zuckerberg e altri amministratori delegati di colossi Big Tech, da Elon Musk agli amministratori delegati di Microsoft e Google (Satya Nadella e Sundar Pichai) al Senato americano il 13 settembre per un incontro bipartisan a porte chiuse che sarà da base alla stesura di regole per l’AI.

Anche sui social vale la teoria dei sei gradi di separazione

Anche sui social vale la teoria dei sei gradi di separazione

La teoria dei sei gradi di separazione risale al 1967, quando Stanley Milgram, professore all’Università di Harvard, ha lanciato uno degli esperimenti sociali più noti. La sua lettera, indirizzata a un ignoto agricoltore del Nebraska, avrebbe dovuto raggiungere il destinatario reale, un broker di Boston, passando di mano in mano. I risultati hanno mostrato che nella società americana esistevano percorsi sociali ben definiti, ponendo appunto le basi per la teoria dei sei gradi di separazione.
L’idea che due individui siano connessi attraverso una catena di un massimo di sei ‘strette di mano’, trova applicazione anche nei social network. Uno studio internazionale guidato dall’Istituto dei Sistemi Complessi del Cnr di Firenze, pubblicato sulla rivista Physical Review X, lo conferma.

Una catena di conoscenze

Ogni persona nel mondo, non importa quanto lontana sia, è in realtà solo a sei ‘passaggi’ di distanza da noi attraverso la catena delle conoscenze. Un esempio? Si pensi di dover inviare una lettera a una persona che non si conosce e che vive dall’altra parte del mondo, ma invece di spedirla direttamente, la lettera si spedisca a un amico o un conoscente. E questo amico a sua volta passi la lettera a uno dei suoi amici, e così via. La teoria dei sei gradi di separazione afferma che nonostante il mondo sia popolato da miliardi di persone per far arrivare la lettera alla persona giusta dall’altra parte del mondo ci vogliono solo sei di questi ‘passaggi’. 

Una teoria confermata dalla scienza delle reti

Lo studio ha infatti rivelato che i percorsi tracciati dagli utenti dei social network nel creare nuovi collegamenti sono in linea con il modello dei ‘sei gradi’.
“Nei social network, gli individui navigano dinamicamente in cerca di connessioni strategiche – spiega Stefano Boccaletti, coordinatore dello studio -. Tale ricerca genera un flusso continuo di connessioni che si formano e si interrompono, con l’obiettivo di ottenere una posizione centrale nella rete. È sorprendente notare come, nonostante ciascuno agisca indipendentemente e senza conoscenza della rete nel suo complesso, i percorsi sociali che si formano si aggirano sempre intorno al numero sei”.

Com’è piccolo il mondo!

Questa scoperta rinforza la teoria del ‘piccolo mondo’, secondo cui due nodi di una rete possono essere collegati tramite un numero relativamente piccolo di legami.
“Il nostro studio – aggiunge il ricercatore – ha rivelato una caratteristica intrinseca non solo delle reti sociali, ma di molti altri sistemi complessi. Mentre l’esperimento di Milgram era limitato i moderni studi sistemici applicati a scala globale confermano la validità della teoria, che si tratti di milioni di utenti di un social network o di reti di collaborazione scientifica internazionale. L’esempio più drammatico è stato l’incredibile diffusione del Covid-19, dimostrando che in sei cicli di infezione un virus può diffondersi rapidamente in tutto il mondo”.

Il bello di avere una vasca idromassaggio in giardino

Se ami il benessere e relax, sapra già quanto possa essere piacevole immergersi in una vasca idromassaggio e godersi l’acqua calda e i getti che, massaggiando il corpo, alleviano lo stress e i dolori muscolari.

Ma hai mai pensato a quanto sarebbe bello poter fare tutto questo direttamente nel tuo giardino anziché in una SPA?

Sono sempre più infatti, le persone che hanno deciso di far installare in giardino o terrazzo una bellissima piscina Jacuzzi da esterno, e creare così una piccola oasi di benessere in casa sempre pronta per essere adoperata e da non dover condividere con nessuno.

Approfondiamo per questo di seguito ogni aspetto legato ai benefici di tale scelta, ovvero le ragioni (anche quelle secondarie) per le quali far installare una Jacuzzi da esterno in giardino sia una grande idea.

Benefici per il benessere e il relax

Cominciamo con i benefici fisici e mentali che derivano dall’utilizzo di una vasca idromassaggio.

L’acqua calda ha un effetto analgesico, ovvero riduce la sensazione di dolore acuto, aiuta a dilatare i vasi sanguigni e aumenta il flusso di sangue e ossigeno ai muscoli, migliorando così il recupero muscolare e riducendo il rischio di lesioni.

I getti d’acqua possono invece favorire la riduzione dello stress, il sollievo muscolare, il miglioramento della circolazione e il recupero dopo l’attività fisica.

A parte questo, l’azione costante dell’idromassaggio aiuta anche a migliorare l’umore e promuovere dunque il recupero psico-fisico delle nostre energie.

Tra l’altro l’utilizzo regolare di una vasca idromassaggio può anche contribuire a migliorare la qualità del sonno, aspetto da non sottovalutare.

Piccole feste in vasca idromassaggio

I benefici di una vasca idromassaggio in giardino non non solo una questione di benessere personale.

Questo ottimo elemento può anche diventare il fulcro principale per le feste con gli amici e la famiglia, una attrazione vera e propria.

Immagina di organizzare una cena in giardino, e poi di invitare i tuoi ospiti ad accedere alla vasca idromassaggio per un po’ di relax e divertimento.

Un bagno in una vasca idromassaggio creerà un’atmosfera di divertimento e relax che potrà essere molto piacevole per tutti gli invitati.

Inoltre, se hai ospiti con bambini, una vasca idromassaggio può diventare un’attrazione in più anche per loro, che potranno divertirsi tra le bolle.

Lusso e appariscenza

Un aspetto al quale non hai probabilmente ancora pensato è che una vasca idromassaggio da giardino può diventare un vero e proprio elemento di design per la tua abitazione.

Ci sono diversi modelli disponibili sul mercato, da quelli più semplici a quelli più lussuosi, che possono essere personalizzati per soddisfare i tuoi desideri e le tue esigenze.

In linea di massima, arricchire un giardino con una jacuzzi significa renderlo un luogo ancora più bello da vedere, trattandosi di un elemento in grado di infondere una sensazione di lusso e comfort in chi lo osserva.

Per questo motivo, la tua vasca idromassaggio diventerà un punto focale del tuo giardino o spazio esterno, concorrendo a creare un ambiente elegante e rilassante per tutta la famiglia nonché per gli ospiti.

Conclusioni

Dunque, avere una vasca idromassaggio nel proprio giardino o spazio esterno può portare numerosi vantaggi per il benessere fisico e mentale di chi ne usufruisce, oltre a diventare un elemento in grado di generare attrazione in chi lo osserva e migliorare l’aspetto del tuo giardino più in generale.

Ci sono tanti modelli disponibili sul mercato, ciascuno diverso dall’altro per caratteristiche, posti a sedere, dimensioni e design, ma tutti idonei a soddisfare i desideri e le esigenze di tutti.

Per questo, l’idea di far installare una vasca idromassaggio mel tuo giardino o spazio esterno è davvero fantastica e fai bene a cominciare da subito a godere dei benefici che essa è in grado di regalarti!

Credito alle famiglie: prevale la cautela della domanda

Credito alle famiglie: prevale la cautela della domanda

L’incertezza generata dal contesto geopolitico, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse generano cautela sul mercato del credito alle famiglie. Sia da parte della domanda sia dell’offerta, che esprime politiche di concessione più stringenti a favore di un credito sostenibile e in ottica di mantenimento della qualità dei portafogli. La 54esima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, rileva infatti una contrazione degli importi medi erogati per le tipologie di finanziamento a maggior valore, mentre nel 2022 crescono le erogazioni di credito al consumo, superando i volumi pre-pandemia. Nel corso del 2023 si assiste, tuttavia, a un progressivo rallentamento della crescita, che trova conferma anche nei dati aggiornati a fine marzo 2023 (+6.1% nel primo trimestre 2023).

La cessione del quinto

In decisa ripresa i finanziamenti finalizzati per auto/moto (+18.9% I trimestre 2023), e quelli finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (+15,1%), trainati dai finanziamenti a sostegno dell’acquisto di beni destinati all’efficientamento energetico delle abitazioni e di beni acquistati online.
Prosegue poi l’evoluzione positiva della cessione del quinto dello stipendio/pensione (+9,1%), trainata dalle erogazioni a pensionati e dipendenti privati. I finanziamenti CQS/P legano la loro crescita alla caratteristica di essere obbligatoriamente garantiti da copertura assicurativa e si configurano come prodotti che favoriscono l’inclusione finanziaria dei pensionati.
In difficoltà invece i prestiti personali, (-3,1%), in particolare, nella forma del refinance e del consolidamento del debito.

I mutui immobiliari

Dopo due anni di decisa crescita, nel 2022 i mutui immobiliari per l’acquisto di abitazioni  registrano un calo del -2,3%, che si accentua nel I trimestre 2023 (-34,7%). Influisce su questo trend il progressivo aumento dei tassi di riferimento e l’incertezza sul mercato immobiliare, che incidono negativamente sulle decisioni d’acquisto e ristrutturazione e del relativo finanziamento.
Con l’aumento dei tassi di interesse si attenua invece la contrazione dei volumi di mutui di surroga, tornati nelle scelte delle famiglie al fine di ridurre gli oneri della rata dei mutui stipulati a tasso variabile. I dati relativi a marzo/aprile 2023 evidenziano già una ripresa a doppia cifra sui corrispondenti mesi del 2022.

Analisi della rischiosità del credito alle famiglie

A marzo 2023 il rischio di credito relativo al totale dei prestiti alle famiglie, pur rimanendo di poco superiore all’1%, si colloca su un piano lievemente più alto rispetto al minimo raggiunto a marzo 2022. I dati degli ultimi mesi del 2022 e il I trimestre 2023 confermano quindi la buona qualità del credito, in particolare dei mutui ipotecari. A sostenere tale dinamica contribuiscono sia il comportamento virtuoso da parte delle famiglie sia l’ampia diffusione delle forme a tasso fisso, nonché gli interventi attuati dal Governo a supporto del reddito in un contesto di elevata inflazione. Il credito al consumo, in particolare, nella forma del prestito finalizzato, mostra a fine 2022 l’incremento maggiore, pur mantenendosi a livelli storicamente inferiori rispetto ai prestiti personali.

Gli italiani e il Metaverso: attitudini, comportamenti e prospettive

Gli italiani e il Metaverso: attitudini, comportamenti e prospettive

Quali sono le aspettative degli italiani riguardo al Metaverso e le tecnologie immersive? Risponde l’Osservatorio Metaverso, promosso da Ipsos e Vincenzo Cosenza, secondo il quale gli italiani mostrano attitudini di apertura, piuttosto che di scetticismo. Il 52% ritiene che le esperienze nel Metaverso possano essere emozionanti, e concepisce le realtà immersive come un modo di migliorare le attività online, non come un’alternativa alla realtà fisica. Inoltre, il 92% conosce il Metaverso, e il 77% è in grado di descriverlo. E più della metà è in grado di definirlo come un mondo virtuale in cui le dinamiche di interrelazione consentono di performare diverse attività. Ma sono i Millennials, non i giovanissimi, ad approfondire e conoscere maggiormente le tematiche legate a Metaverso e realtà immersive, come criptovalute, avatar, NFT, Extended reality (AR, VR) e AI.

Tante esperienze e attività possibili, ma è ancora troppo costoso

La sperimentazione nelle attività fatte nel Metaverso per ora è piuttosto diversificata. Il 32% ha svolto più di cinque attività (giocare, trascorrere tempo con amici, acquistare oggetti reali, esplorare città), e i mondi virtuali più visitati sono Fortnite e Minecraft.
Come ogni nuova innovazione tecnologica si accompagna a un po’ di ansia verso la privacy (38%) e si teme la confusione tra realtà fisica e virtuale (40%). L’atteggiamento generale è concepire il Metaverso come un modo per migliorare attività quali come gaming (48%), film e concerti (45%) educazione e apprendimento (41%) e shopping (40%). Tuttavia, il 37% ritiene il Metaverso ancora troppo costoso (44% GenZ), e solo il 10% possiede visori per le realtà immersive.

Pionieri, distanti e impauriti, immersi o funzionali?

Lo studio evidenzia quattro Metapersonas differenziate per livelli di adozione e coinvolgimento.
Se per i Pionieri (37%) il Metaverso è una nuova frontiera in cui sentirsi perfettamente a proprio agio, senza paura di confusione tra virtuale e reale, mentre ai Distanti e Impauriti (30%) non interessa. Lo ritengono troppo costoso, non si sentono parte di questa realtà virtuale e la vedono addirittura come una minaccia per l’identità e l’integrità personale. Gli Immersi (20%), caratterizzati da un atteggiamento entusiasta e positivo, lo considerano come un altro mondo, dove possono esprimersi liberamente dando il meglio di sé e delle proprie capacità. E per i Funzionali (13%), molto attenti a efficienza e praticità, è principalmente uno strumento per svolgere attività utili nella vita quotidiana.

Quale futuro per i Brand in termini di valore?

In merito alle prospettive dei Brand si riscontra poca memorabilità rispetto alle attività intraprese: il 60% non riesce a citare spontaneamente una marca che abbia usato il Metaverso, a parte Google, Meta, FB, o Microsoft. Rispetto alle diverse categorie di Brand, in media le opinioni oscillano tra ‘sfrutta le opportunità per guadagnare di più’ e ‘vuole abbracciare le nuove tendenze digitali’, che lasciano trasparire un cortocircuito tra propensione e conversione per i Brand.  In pratica, finora le possibilità del Metaverso non sembrano essersi ancora convertite in valore per i Brand. Questo perché i Brand hanno lavorato su aspetti più ‘tattici’ rispetto a puntare su elementi che rispondano ai bisogni delle persone.

Le relazioni medico-paziente in Italia, Francia e Germania 

Le relazioni medico-paziente in Italia, Francia e Germania 

A rivelare abitudini e aspettative nei confronti dei medici di famiglia e degli specialisti più richiesti è la prima edizione del Barometro Doctolib sulle relazioni medico-paziente, realizzata dall’Istituto Odoxa in Italia, Francia e Germania. Quando si tratta di gestire la propria salute e il rapporto con il medico di fiducia italiani, francesi e tedeschi hanno abitudini e comportamenti molto diversi.
Se il 50% dei nostri connazionali si rivolge immediatamente al dottore al primo segnale di malessere, il 30% dei francesi preferisce aspettare che il problema si risolva da solo, mentre il 21% dei tedeschi cerca innanzitutto risposte e soluzioni online. Un ruolo importante riveste poi in Francia il farmacista, consultato dall’80% del campione, rispetto al 63% degli italiani e al 52% dei tedeschi.

La disponibilità all’ascolto di medici e pediatri

Trovare un medico di medicina generale o un pediatra disponibile all’ascolto, e a comunicare anche al di fuori dei momenti di visita, è fondamentale per costruire una solida relazione medico-paziente.
Mentre italiani e francesi si dichiarano soddisfatti, con rispettivamente l’82% e l’84% degli intervistati che reputano la comunicazione con il medico di medicina generale semplice ed efficace, solo il 68% dei tedeschi afferma lo stesso.
Ancor più marcata la differenza per quanto riguarda la comunicazione con il pediatra, giudicata facile dall’81% degli italiani e dal 73% dei francesi, a fronte del 53% dei tedeschi.

Aumentare il ricorso agli strumenti digitali

Uno dei desideri condivisi dai nostri connazionali è in particolare quello di aumentare il ricorso agli strumenti digitali per facilitare ulteriormente la comunicazione con il dottore.
Quattro italiani su 10 vorrebbero infatti poter prenotare visite anche fuori dall’orario di apertura dell’ambulatorio medico, e oltre 3 su 10 desiderano poter richiedere ricette elettroniche e ricevere l’analisi e il commento di referti online. Desideri che si traducono in aspettative. Il 60% degli italiani, infatti, si aspetta di ricevere risposta alle richieste inviate al proprio medico in tempi brevi, e più della metà (56%) di poter prendere appuntamento senza dover attendere a lungo.

La fiducia verso i professionisti sanitari

Per quanto riguarda la fiducia verso i professionisti sanitari gli italiani hanno una percezione molto positiva della categoria, in particolare verso gli specialisti (92%), i pediatri di libera scelta (90%) e i medici di medicina generale (88%). I nostri vicini francesi invece preferiscono questi ultimi, con il 92% che ha buona percezione dei medici di medicina generale, seguiti in ordine da specialisti (91%) e pediatri (86%).
Una classifica simile anche in Germania, con al primo posto i medici di base (90%), seguiti da specialisti (85%) e pediatri (84%). Il fatto che in Italia, pur nel contesto di una percezione generalmente positiva, i medici di famiglia siano al terzo posto sul podio potrebbe essere correlato allo stress professionale. Infatti, il 42% degli italiani ritiene che il proprio medico di base sia stressato, opinione condivisa solo dal 30% dei francesi e dal 33% dei tedeschi.

Il pisolino fa bene solo se è breve

Il pisolino fa bene solo se è breve

Nuova scoperta della scienza: iil classico pisolino pomeridiano è un toccasana solo se non supera i 30 minuti di durata. A dirlo sono i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital, che hanno condotto uno studio mirato su benefici della siesta e relativa durata. In sintesi, è emerso che sonno prolungati possono essere nocivi, mentre sonnellini post pranzo di non più di mezz’ora assicurano diversi benefici. Ad esempio, minori probabilità di ingrassare o di avere la pressione alta.

Dormire troppo a lungo non aiuta la salute

Gli scienziati hanno scoperto che le persone che si concedono una lunga siesta dopo pranzo hanno indici di massa corporea più elevati e hanno maggiori probabilità di avere la sindrome metabolica rispetto a quelle che non fanno la siesta. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Obesity. Gli esperti hanno analizzato i dati di oltre 3.000 adulti di una popolazione mediterranea, esaminando la relazione tra la siesta e la durata della stessa con l’obesità e la sindrome metabolica. Si è così scoperto che chi fa facevano pisolini di durata superiore ai 30 minuti ha maggiori probabilità di avere un indice di massa corporea più alto, una pressione sanguigna maggiore e di incorrere in altre condizioni associate a malattie cardiache e diabete rispetto a chi non dorme.

Less is more

“Meno è meglio”, affermano gli inglesi, e la regola vale pure per il pisolino. Negli studi, “abbiamo rilevato che chi effettua pisolini brevi ha meno probabilità di avere una pressione arteriosa sistolica elevata rispetto a chi non fa nessun sonnellino” ha detto l’autrice principale dello studio, Marta Garaulet, professore presso la Division of Sleep and Circadian Disorders del Brigham and Women’s Hospital. Mentre chi si concede troppo tempo a letto a metà giornata ottiene gli effetti contrari. Gli scienziati hanno scoperto che le persone che si concedono una lunga siesta dopo pranzo hanno indici di massa corporea più elevati e hanno maggiori probabilità di avere la sindrome metabolica rispetto a quelle che non fanno la siesta. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Obesity. Gli esperti hanno analizzato i dati di oltre 3.000 adulti di una popolazione mediterranea, esaminando la relazione tra la siesta e la durata della stessa con l’obesità e la sindrome metabolica. 

Un’indicazione preziosa anche per chi lavora

 “Questo studio mostra l’importanza di considerare la durata del pisolino e solleva la questione se brevi ‘dormite’ possano offrire vantaggi specifici. Molte istituzioni stanno prendendo atto dei benefici dei brevi sonnellini, principalmente per la produttività del lavoro, ma anche sempre più per la salute generale”, ha affermato il coautore Frank Scheer, PhD, neuroscienziato e professore nel Programma di cronobiologia medica presso la Brigham’s Division of Sleep.

Pronta la pelle elettronica, per “toccarsi” via web

Pronta la pelle elettronica, per “toccarsi” via web

Se pensavate di aver visto tutto, la scienza vi sorprenderà ancora una volta. È stata sviluppata la cosiddetta “pelle elettronica”, un materiale in grado di simulare il tatto umano e di trasmettere le medesime sensazioni di un tocco fisico, ma a distanza, via internet. Sì, avete capito bene. Ora è possibile abbracciarsi – pur lontani anche migliaia di chilometri –  nel mondo virtuale grazie a questa tecnologia.

Battezzata e-skin dagli sviluppatori

La pelle elettronica, chiamata anche “e-skin”, è stata sviluppata da un team di scienziati del National University di Hong Kong e la scoperta è stata pubblicata sulla rivista Science Advances. Questo materiale è in grado di rilevare la pressione, la temperatura e l’umidità, proprio come la nostra pelle. Inoltre, è possibile collegare la pelle elettronica a dispositivi senza fili tramite bluetooth, per trasmettere le sensazioni a distanza. La nuova e-skin, riferisce Ansa, grazie ai suoi 16 attuatori flessibili combinati in un dispositivo grande quanto un cerotto, è in grado di rilevare o riprodurre sensazioni tattili anche contemporaneamente.

Le applicazioni possibili? Quasi infinite

Questa tecnologia potrebbe avere molte applicazioni, dalla medicina alla realtà virtuale. Ad esempio, potrebbe essere utilizzata per creare protesi più realistiche e funzionali, o per migliorare l’esperienza degli utenti di videogiochi e simulatori. Ma la cosa più interessante è che la pelle elettronica potrebbe permettere alle persone di sentirsi vicine anche quando sono lontane. Immaginate di poter abbracciare il vostro partner o il vostro amico a distanza, semplicemente indossando una tuta con la pelle elettronica integrata. Oppure, di poter “toccare” un oggetto virtuale e sentirne la consistenza e la temperatura. Sarebbe come avere un superpotere, o come vivere in un mondo di fantascienza. “Con il rapido sviluppo della realtà virtuale e aumentata, la vista e l’udito non sono sufficienti per ricreare un’esperienza immersiva: la comunicazione tattile potrebbe essere una rivoluzione per interagire nel metaverso”, afferma Yu Xinge, professore associato al Dipartimento di ingegneria biomedica.

Gli ultimi ostacoli da superare

Naturalmente, ci sono ancora molti ostacoli da superare prima che la pelle elettronica diventi una tecnologia diffusa. Ad esempio, bisogna trovare un modo per alimentarla senza doverla collegare a una presa elettrica. Inoltre, bisogna garantire la sicurezza dei dati trasmessi, per evitare che vengano intercettati da terze parti. Tuttavia, commenta Yu Xinge, “La nostra e-skin può comunicare con dispositivi Bluetooth e trasmettere dati tramite Internet con smartphone e computer per eseguire trasmissioni di segnali tattili a distanza ultra lunga. Amici e familiari in luoghi differenti potrebbero usarla per ‘sentirsi’ l’un l’altro. Questa forma di tocco supera i limiti dello spazio e riduce notevolmente il senso di distanza nella comunicazione umana”.