Gli italiani e il Metaverso: attitudini, comportamenti e prospettive

Gli italiani e il Metaverso: attitudini, comportamenti e prospettive

Quali sono le aspettative degli italiani riguardo al Metaverso e le tecnologie immersive? Risponde l’Osservatorio Metaverso, promosso da Ipsos e Vincenzo Cosenza, secondo il quale gli italiani mostrano attitudini di apertura, piuttosto che di scetticismo. Il 52% ritiene che le esperienze nel Metaverso possano essere emozionanti, e concepisce le realtà immersive come un modo di migliorare le attività online, non come un’alternativa alla realtà fisica. Inoltre, il 92% conosce il Metaverso, e il 77% è in grado di descriverlo. E più della metà è in grado di definirlo come un mondo virtuale in cui le dinamiche di interrelazione consentono di performare diverse attività. Ma sono i Millennials, non i giovanissimi, ad approfondire e conoscere maggiormente le tematiche legate a Metaverso e realtà immersive, come criptovalute, avatar, NFT, Extended reality (AR, VR) e AI.

Tante esperienze e attività possibili, ma è ancora troppo costoso

La sperimentazione nelle attività fatte nel Metaverso per ora è piuttosto diversificata. Il 32% ha svolto più di cinque attività (giocare, trascorrere tempo con amici, acquistare oggetti reali, esplorare città), e i mondi virtuali più visitati sono Fortnite e Minecraft.
Come ogni nuova innovazione tecnologica si accompagna a un po’ di ansia verso la privacy (38%) e si teme la confusione tra realtà fisica e virtuale (40%). L’atteggiamento generale è concepire il Metaverso come un modo per migliorare attività quali come gaming (48%), film e concerti (45%) educazione e apprendimento (41%) e shopping (40%). Tuttavia, il 37% ritiene il Metaverso ancora troppo costoso (44% GenZ), e solo il 10% possiede visori per le realtà immersive.

Pionieri, distanti e impauriti, immersi o funzionali?

Lo studio evidenzia quattro Metapersonas differenziate per livelli di adozione e coinvolgimento.
Se per i Pionieri (37%) il Metaverso è una nuova frontiera in cui sentirsi perfettamente a proprio agio, senza paura di confusione tra virtuale e reale, mentre ai Distanti e Impauriti (30%) non interessa. Lo ritengono troppo costoso, non si sentono parte di questa realtà virtuale e la vedono addirittura come una minaccia per l’identità e l’integrità personale. Gli Immersi (20%), caratterizzati da un atteggiamento entusiasta e positivo, lo considerano come un altro mondo, dove possono esprimersi liberamente dando il meglio di sé e delle proprie capacità. E per i Funzionali (13%), molto attenti a efficienza e praticità, è principalmente uno strumento per svolgere attività utili nella vita quotidiana.

Quale futuro per i Brand in termini di valore?

In merito alle prospettive dei Brand si riscontra poca memorabilità rispetto alle attività intraprese: il 60% non riesce a citare spontaneamente una marca che abbia usato il Metaverso, a parte Google, Meta, FB, o Microsoft. Rispetto alle diverse categorie di Brand, in media le opinioni oscillano tra ‘sfrutta le opportunità per guadagnare di più’ e ‘vuole abbracciare le nuove tendenze digitali’, che lasciano trasparire un cortocircuito tra propensione e conversione per i Brand.  In pratica, finora le possibilità del Metaverso non sembrano essersi ancora convertite in valore per i Brand. Questo perché i Brand hanno lavorato su aspetti più ‘tattici’ rispetto a puntare su elementi che rispondano ai bisogni delle persone.

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