Burnout, a rischio 3 lavoratori su 10 

Burnout, a rischio 3 lavoratori su 10 

Troppo lavoro e poco spazio per se stessi e per la famiglia. L’ombra del burnout si estende su 3 lavoratori su 10, che riferiscono di provare malessere psicofisico associato al lavoro. Ma c’è di più: oltre un quarto dei lavoratori afferma di sentirsi insicuro e di avvertire scarsità di diritti e invece un senso di precarietà. Sono tutti dati emersi dal Rapporto Italia 2023 recentemente presentato da Eurispes. Insieme a queste informazioni, dal rapporto emerge inoltre che un terzo ha svolto un secondo lavoro nell’ultimo anno e uno su cinque ha lavorato senza contratto. La disparità di trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro è una realtà per il 26,8% degli italiani.

Carichi eccessivi e poco tempo per se stessi: i principali disagi causati dal lavoro

Carichi di lavoro troppo pesanti (44,3%) e mancanza di tempo per sé stessi (39,2%) sono i disagi più diffusi tra i lavoratori. Seguono: rapporti conflittuali con i superiori (34,9%), difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia (34,3%), problemi negli spostamenti casa-lavoro (33,6%), mancanza di stimoli professionali (31,2%); circa il 30% lamenta rapporti conflittuali con i colleghi o malessere psicofisico associato al lavoro. Il 27,4% soffre di insicurezza sul posto di lavoro, il 26,2% ritiene che i propri diritti siano scarsamente tutelati e circa il 26% è preoccupato per la precarietà del contratto; quasi un quarto (23,6%) sperimenta irregolarità nei pagamenti.

Un lavoro, anzi due 

Nell’ultimo anno, alcuni hanno svolto un secondo lavoro (32,9%), hanno lavorato senza contratto (20,1%), hanno svolto un lavoro meno qualificato rispetto alle proprie competenze (23,6%) o hanno lavorato di notte (15%). Il 35,6% ha lavorato da casa. Tra coloro che hanno lasciato il lavoro o hanno pensato di farlo, emerge che ciò è avvenuto a causa di mancati pagamenti (24,4%), vittimizzazione da parte di bullismo sul luogo di lavoro (26,7%), mancanza di un contratto (21,2%), o aver subito molestie sessuali (12,6%).

L’inclusione non è garantita 

L’indagine condotta dall’Eurispes si è focalizzata anche su categorie di lavoratori il cui livello di inclusione non è sempre adeguatamente garantito: donne, persone con orientamento non eterosessuale, stranieri. Riguardo alle pari opportunità di genere, il 26,8% del campione ha riscontrato una diversità di trattamento nel mondo del lavoro tra uomini e donne in termini di occasioni di carriera, il 24,3% in termini di rispetto personale e il 24% in termini di riconoscimento economico. Nel 15,4% dei casi si è avuta esperienza diretta o indiretta di discriminazione legata all’orientamento sessuale delle persone; nel 13,9% dei casi, la discriminazione è stata riscontrata in relazione all’origine straniera.

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