Smartworking in Ue, è davvero rivoluzione? In Italia è passato al 12,2%, in Finlandia al 25%

Smartworking in Ue, è davvero rivoluzione? In Italia è passato al 12,2%, in Finlandia al 25%

Il 2020 e almeno gran parte del 2021 verranno ricordati come gli anni dell’avvento massiccio dello smartworking, indotto dall’emergenza sanitaria e dalla necessità di mantenere il distanziamento sociale. Ma è davvero così? Ovvero, come sono cambiate negli ultimi mesi le percentuali di chi lavora da casa rispetto a chi si reca in ufficio o in azienda? Per avere la misura di quanto sia effettivamente aumentata la quota di chi opera da remoto, l’Eurostat – l’Istituto di Statistica Europeo – ha condotto un’analisi che ha coinvolto tutti i Paesi dell’Ue.

Più del doppio in smartworking in un anno

Nel 2020, il 12,3% degli occupati di età compresa tra 15 e 64 anni nell’Ue ha lavorato da casa, sebbene questa quota fosse rimasta costante intorno al 5% negli ultimi dieci anni. È la principale evidenza emersa dai dati dell’Eurostat. Se questa è la media europea, come sono andate le cose nel nostro Paese? In Italia, la percentuale di chi ha operato da remoto è salita al 12,2%. Negli anni precedenti, la quota di lavoratori autonomi che lavorava abitualmente da casa era stata costantemente superiore a quella di dipendenti. Tuttavia, il divario si è ridotto nel 2020 poiché la quota dei dipendenti in smart working è aumentata dal 3,2% nel 2019 al 10,8%, mentre la quota dei lavoratori autonomi è aumentata in misura minore: dal 19,4% nel 2019 al 22% nel 2020.

Differenze fra uomini e donne

Ci sono poi delle differenze sostanziali a seconda del genere e dell’età dei lavoratori. Si scopre così che nel 2020, una quota maggiore di donne (13,2%) ha riferito di lavorare abitualmente da casa rispetto agli uomini (11,5%). Rispetto ad altre fasce di età, nel 2020 i giovani avevano meno probabilità di lavorare da casa: solo il 6,3% di quelli di età compresa tra 15 e 24 anni, rispetto al 13% di quelli di età compresa tra 25-49 e il 12,4% di quelli di età compresa tra 50 e 64 anni.

E’ la Finlandia il Paese in cui si lavora di più da casa

Un altro dato interessante è quello che stila la classifica dei Paesi in cui lo smartworking è maggiormente praticato. In testa alla lista si piazza la Finlandia, che con il 25,1% dei lavoratori da remoto guida l’elenco degli Stati membri dell’Ue per l’home working. A seguire si collocano Lussemburgo (23,1%) e Irlanda (21,5%). Dall’altra parte della classifica, le nazioni con la percentuale minore di penetrazione dello smartworking sono la Bulgaria (1,2%), Romania (2,5%), Croazia (3,1%) e Ungheria (3,6%). 

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